Tumori: i primi dieci anni dell’Hospice del Beauregard di Aosta
Lunedì 31 maggio si celebra la XIX Giornata del sollievo
Tumori. Giornata del sollievo 31 maggio. I primi dieci anni del Centro di Cure palliative “Hospice” dell’ospedale Beauregard di Aosta.
Nel corso degli anni, la Giornata si è estesa alla diffusione della cultura del sollievo dalla sofferenza in tutte le condizioni di malattia ed esistenziali.
Le cure palliative
«Le cure palliative sono definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) come «un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano ad affrontare problematiche associate a malattie inguaribili, attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza per mezzo di un’identificazione precoce e di un ottimale trattamento del dolore e di altre problematiche di natura fisica, psicologica, sociale e spirituale». A spiegarlo il responsabile dell’Hospice, il dottor Marco Musi.
Sul campo
In Valle d’Aosta le cure palliative nascono nel 1991, con l’assistenza domiciliare della Lilt nell’area di Aosta. Dal 2006, all’interno del sistema sanitario pubblico, l’unità Cure Palliative ha sviluppato progressivamente varie modalità di intervento: l’assistenza domiciliare palliativa, attiva su tutto il territorio regionale, le consulenze ospedaliere e domiciliari, l’ambulatorio di cure palliative e l’Hospice (7 letti, aperto nel 2010). Del 2018 l’attività assistenziale si è estesa alle patologie non oncologiche, iniziando da quelle neurodegenerative.
L’attività di cure palliative è stata garantita anche nei mesi di lockdown e di emergenza Covid”. In Valle d’Aosta, opera da oltre vent’anni anche la struttura di Terapia del dolore, per il trattamento del dolore cronico. Da alcuni anni la struttura eroga prestazioni antalgiche di secondo livello diventando centro di riferimento didattico nazionale e internazionale per diverse tecniche mininvasive.
Titolo americano
Nel 2011 il responsabile della struttura di lotta al dolore ha ottenuto il titolo americano FIPP (Fellow of International Pain Practice), rilasciato dal World Institute of Pain americano. Questo riconoscimento certifica la capacità di eseguire le tecniche chirurgiche mininvasive secondo le rigidissime linee guida americane, garantendone quindi l’elevato standard qualitativo. In Italia tale certificazione è stata acquisita ad oggi da 20 medici in totale (di cui 3 già pensionati). Nel mondo il titolo è stato conseguito da circa 850 medici.
Dal 2001 il Servizio è parte del Comitato Ospedale Senza Dolore (COSD), ora divenuto COTeSD (Comitato Ospedale e Territorio Senza Dolore), al fine di promuovere una maggiore sensibilizzazione degli operatori e dei pazienti nei confronti del problema dolore.
«La pandemia del COVID 19 ha comportato negli ultimi mesi la sospensione dei trattamenti antalgici invasivi e dell’attività ambulatoriale ordinaria, essendo stato il personale medico e infermieristico utilizzato per altre mansioni – spiega Lorenzo Pasquariello, responsabile della struttura di terapia del Dolore dell’Usl. Sono state garantite le sole visite urgenti per i pazienti oncologici e affetti da altre patologie dolorose acute che hanno necessitato di trattamenti farmacologici specialistici. Con il lento ritorno alla normalità auspichiamo di riprendere le attività di presa in carico dei pazienti con dolore cronico, oncologici e non».
«L’Azienda Usl è stata tra le prime in Italia a dotarsi di un Comitato ospedale senza dolore, – spiega Angelo Michele Pescarmona, commissario Usl – e poi le azioni si sono estese al territorio. L’attenzione alla sofferenza, al dolore nel senso più ampio del termine, rappresenta un obiettivo condiviso da tutte le strutture aziendali. Anche in un periodo complesso come quello che stiamo attraversando, questa tematica non cessa di rappresentare, per noi, una delle maggiori priorità».