Coronavirus: l’emergenza mette a rischio gli asili nido di Aosta
Posti ridotti e costi lievitati preventivati dal sindaco Fulvio Centoz alla luce delle nuove disposizioni post Coronavirus
Un grande problema per gli asili nido. L’emergenza Coronavirus lascerà questa eredità al comune di Aosta. Il caso è emerso nell’ambito dell’esposizione del progetto #AostaRiparte, presentato dal consiglio comunale in vista della Fase 2 “avanzata”.
Problemi ai nidi
L’aspetto clou della panoramica sulle iniziative immaginate dall’amministrazione comunale in materia di trasporti, attività produttive e servizi alla persona, emerge, come detto, in materia di nidi.
«Faccio notare – risponde il sindaco Fulvio Centoz alle varie domande – che i servizi all’infanzia saranno un enorme problema. Prima avevamo 126 posti in tre nidi, con una spesa di circa 100 mila euro al mese (70 mila euro circa a carico della Regione, 11 mila circa a carico del Comune e il resto in capo alle famiglie ndr.), con un costo di circa 800 euro a bambino».
Questo, però, rischia di essere un lontano ricordo. «Con le nuove normative – continua il primo cittadino -, con l’obbligo di garantire un rapporto educatore-bambini di 1 a 3 e con tutte le misure di sicurezza del caso, con i soldi a disposizione riusciremmo a garantire 45 posti, con un costo di circa 2.700 euro a bambini. Insomma, da qui in avanti bisognerà ragionare su questi servizi».
#AostaRiparte
La mattinata consiliare si è aperta, appunto, con l’illustrazione del documento #AostaRiparte, arrivato dopo «una fase emergenziale in cui abbiamo dovuto reinventarci, ma gestita in maniera egregia» sottolinea il primo cittadino, ricordando la gestione di «1.600 persone isolate» e il rafforzamento dell’aria di protezione civile «con una decina di persone».
Poi, è stato il momento di programmare la ripartenza «ragionando in termini di sistema e concentrandoci su tre linee prioritarie come attività produttive, mobilità e servizi alla persona» spiega ancora Centoz, evidenziando il coinvolgimento, per la prima volta «degli appaltatori».
Ricordata «l’ordinanza che consente alle attività commerciali non alimentari di ampliarsi di 4 metri quadrati fuori dal proprio negozio», Centoz ha concluso ricordando di essere «partiti decisi sui servizi alla persona, per dare un segnale alla famiglie che stanno riniziando a lavorare».
Le minoranze
Non ci vanno tanto tenere le minoranze.
Etienne Andrione, ad esempio, parla di «documento di intenti condivisibile, ma a cui manca la parte relativa allo sport e agli impianti, visto che la piscina rimarrà chiusa e non si sa niente sul resto».
Patrizia Pradelli dà «l’ok per il disincentivo dell’uso dell’auto», ma chiede di sapere come «si organizzeranno i mezzi di trasporto pubblico per dare una risposta».
Sulla stessa linea Loris Sartore, che parla di iniziativa lodevole «la volontà di ridurre il prezzo dei parcheggi in struttura», ma la ritiene non sufficiente «se si vuole disincentivare l’uso». E chiede di «lavorare con la Regione per incrementare il numero di corse».
Lorenzo Aiello, invece, esprime «perplessità sui servizi all’infanzia 6 mesi-12 anni, che appaiono in contrasto con il regolamento delle tate familiari regionali, che hanno adattato il proprio domicilio per lavorare e hanno conseguito diverse specializzazioni. Perché – si chiede – attivare un servizio a domicilio, senza una regolamentazione che rende difficile il verificarne la salubrità»?
Parla di documento «in gran parte condivisibile» Carola Carpinello, che punta invece il dito sui «servizi sociali. Ben venga che finalmente abbiate provato a fare sistema, ma rimango perplessa sull’organizzazione sportiva» e sulla destinazione del Berra «agli anziani».
Poi punta il dito: «Rimane comunque alta la vigilanza, perché non deve passare nemmeno per un secondo l’idea che ai diritti dei lavoratori ci pensiamo domani».
Lo definisce «documento di buoni intenti» il consigliere Luca Lotto, che però «non cancella l’immobilità della giunta nei cinque anni precedenti. La pandemia – secondo Lotto – non ha fatto altro che evidenziare in Comune, Regione e Paese disorganizzazione e incapacità, in particolare in materia di mobilità e lavoro agile. Il documento non sana l’immobilismo, al massimo può rappresentare un mea culpa».
Il sindaco
La prima replica spetta al sindaco Fulvio Centoz, che attacca. «Non possiamo aprire i centri diurni nei centri anziani – esclama -, si rischierebbe di portare all’interno la pandemia, dopo che siamo riusciti a evitare i contagi. Non ci sono molte altre alternative».
E chiosa. «Mea culpa? Se guardiamo tutte le vicissitudini, la sufficienza ce la siamo ampiamente meritata».
Sociale
Sul piano dei servizi interviene l’assessore alle Politiche sociali, Luca Girasole.
«Ci stiamo muovendo in regime straordinario, con l’obiettivo di tenere in piedi un sistema che rischia di crollare».
Girasole ribatte poi sui diritti dei lavoratori. «La Fis terminerà il 9 luglio. Quindi il diritto al lavoratore lo garantisci salvaguardando il suo posto di lavoro perché, terminata la Fis, il lavoratore potrebbe essere esposto anche a licenziamento se i servizi non ci fossero o fossero svolti in forma ridotta – attacca -. Abbiamo quindi invitato i nostri interlocutori, le cooperative, a cercare soluzioni che vadano nella direzione di salvaguardare i posti di lavoro e tra le ipotesi c è quella della rotazione del personale, sperando a settembre di ripartire con i servizi in modo “ordinario”. A tal proposito si stanno siglando dei protocolli che verranno esposti a breve».
L’assessore ricorda, poi, l’aiuto dato a famiglie «con entrambi i genitori che lavorano fuori casa, accogliendo bambini che, in teoria, non dovrebbero essere tenuti dai nonni per evitare che aumenti il contagio – spiega -. Il tutto con la richiesta di un impegno economico simbolico, pari a circa il 20% del totale».
E chiude sulle tate familiari. «Sono liberi professionisti, e questo tipo di servizio esula dai compiti amministrativi e scolastici, ma viene fornito dalla Regione e ci auguriamo che riparta il prima possibile – ricorda -. Il discorso per i servizi all’infanzia è diverso, in quanto è stato indicato dal legislatore di seguire la strada dell’educativa domiciliare, così da dare una risposta alle famiglie, garantendo i livelli occupazionali. Per questo abbiamo attuato Covivre, così da garantire i servizi con il massimo della sicurezza. Peraltro – conclude -, il servizio può anche essere pagato con il bonus baby sitter».
Sport
Ricordate le iniziative legate ai centri ludico sportivi, «con organizzazione affidata a un team di professionisti, laureati in scienze motorie, coordinati dal professor Balla e individuati dal Coni, con l’idea di privilegiare gli spazi all’aperto», l’assessore con delega allo Sport, Cristina Galassi, si concentra sul caso piscina.
Ricordato l’iter, Galassi sottolinea: «In caso di revoca, l’unica possibilità sarebbe stata una procedura negoziata con l’invito di cinque operatori economici per l’affidamento temporaneo – chiosa -, ma non sarebbe stata una scelta compatibile con i tempi. Speriamo almeno di rendere fruibili spazi verdi e beach volley».
Trasporti
L’ultimo focus, sui trasporti, lo fa l’assessora con delega alla Mobilità, Jeannette Migliorin.
Dall’incontro del 21 maggio con assessorato ai Trasporti e portatori di interesse, come anticipato da Gazzetta Matin, è emerso che «i mezzi pubblici dovrebbero mantenere la gratuità fino a dicembre e forse è alla luce delle minori entrate che si è optato per la contrazione dei numeri» evidenzia Migliorin.
Inoltre, sarebbe emersa l’esigenza di «dotare i mezzi pubblici di ganci per il trasporto delle biciclette», ma anche di «non lasciare più sola Aosta, che va sostenuta su iniziative come “Aosta in bicicletta”, avviate in solitaria».
Ritorna in auge il discorso relativo alle rastrelliere per le bici, già arrivate, ma non ancora predisposte. «L’ipotesi è di posizionarle nella zona di via Piave, cosa che comporterebbe la perdita di qualche parcheggio – evidenzia ancora Migliorin -. Il posizionamento implica dei costi, per questo aspettavamo di operare in ottica di sistema dopo una valutazione del sistema viario».
Sistema che si adopererà anche per il resto del discorso mobilità. «Sappiamo che l’aumento dei parcheggi, l’avvio di Zone 30 e la diminuzione dei parcheggi in struttura non bastano – conclude -, per questo motivo abbiamo accolto la proposta regionale di lavorare di sistema anche con altri comuni della Plaine».
(alessandro bianchet)