Luca Montagnani: «Difficile affrontare l’emergenza senza un governo stabile; R0 deve stare sotto l’1»
Per il coordinatore è necessaria anche una legge sull'attrattività
Luca Montagnani: «Difficile affrontare l’emergenza senza un governo stabile». Su Gazzetta Matin in edicola lunedì 18 maggio parla il coordinatore dell’emergenza Coronavirus in Valle d’Aosta. Il dottor Montagnani (foto), poi, rincara la dose: «Buona parte dei politici, invece di pensare a cosa fare, guarda i tweet e i likes, prendendo decisioni basate sul consenso e non sulle reali necessità».
Di seguito, alcuni passaggi dell’intervista.
«Necessario continuare a rispettare le regole»
Cosa devono fare i valdostani per evitare un nuovo lockdown? Qual è il punto di rottura che, una volta raggiunto, significherebbe un ritorno alla Fase 1?
Il punto di rottura è definito dal Dpcm del 26 aprile. E’ fondamentale mantenere l’R0 sotto all’1, inoltre ci sono vari indicatori più tecnici definiti dall’Istituto superiore di sanità. Noi dobbiamo potenziare il contact tracing ed essere in grado di tamponare in modo efficace la popolazione. Ora stiamo facendo tamponi di screening anche a persone asintomatiche tra Forze dell’ordine e personale sanitario. Il problema che c’è stato con i reagenti è una questione nazionale. Le attuali forniture ci consentono di fare un certo numero di tamponi qui, mentre altri li mandiamo fuori Valle. L’obiettivo però è diventare il più autonomi possibile per quanto riguarda la refertazione, perché un conto è avere il risultato in 8-12 ore, un altro è mandare il test fuori Valle e aspettare 48 ore. Molto però dipende anche da come si comporta la popolazione. E’ necessario che i valdostani continuino a rispettare le regole e le misure di contenimento. Anche se in Valle non è obbligatorio, io consiglio sempre l’uso della mascherina.
«Con l’emergenza si sono viste tutte le fragilità della sanità pubblica dovute ai tagli»
Come vi siete organizzati dal punto di vista sanitario per affrontare la Fase 2?
L’obiettivo è rientrare dall’emergenza e fare in modo che l’ospedale possa tornare al suo mandato principale, cioè curare le persone e non solo il Coronavirus. Tutto però deve passare per la revisione totale di quanto fatto fino ad ora. Con l’emergenza si sono viste tutte le fragilità della sanità pubblica nazionale dovute alla mancanza personale e ai tagli economici che per anni sono stati fatti. Qui abbiamo un solo ospedale e secondo me dovrebbe essere trasformato in un centro in grado di risolvere da solo i problemi per quasi tutti le patologie.
«Fondamentale una legge sull’attrattività per attirare professionisti»
Questa emergenza cos’ha insegnato alla sanità valdostana?
Che c’è assolutamente bisogno di una legge sull’attrattività. A breve le altre regioni faranno concorsi, quindi se non siamo in grado di attirare professionisti ci ruberanno tutto il personale. E qui ne abbiamo bisogno, sia ospedaliero che territoriale. La carenza di personale è stata più volte denunciata, ma la politica non ha mai risposto. Penso poi che per il futuro bisognerebbe creare almeno tre residenze per anziani socio-sanitarie, una sola e piccola non basta. Come ho detto, infine, bisognerà puntare sull’assistenza domiciliare.
(federico donato)