Coronavirus, la Regione: «indice di contagio discriminatorio per le piccole realtà come la Valle d’Aosta»
Lo scrive Mauro Ruffier, dirigente della Struttura Igiene e Sanità Pubblica e Veterinaria dell’Assessorato regionale della Sanità, in una lettera inviata all’Istituto superiore della Sanità.
Coronavirus. Indice di contagio discriminatorio per le piccole realtà come la Valle d’Aosta. Lo scrive Mauro Ruffier, dirigente della Struttura Igiene e Sanità Pubblica e Veterinaria dell’Assessorato regionale della Sanità, in una lettera inviata all’Istituto superiore della Sanità. Chiede un confronto affinché venga rielaborato il metodo per la valutazione di ”piccole realtà dai piccoli numeri’’ come la Valle d’Aosta, che a livello informativo vengono ingiustamente penalizzate nell’illustrazione dei macro dati.
La lettera
«Ci rammarichiamo che, ancor prima di ricevere un report ufficiale di valutazione del rischio della nostra Regione relativo alla settimana di riferimento e senza che vi sia un confronto con la Regione stessa, come previsto dal protocollo di monitoraggio, attraverso la stampa venga diffusa un’immagine epidemiologica della Regione che non corrisponde alla realtà».
I numeri vanno spiegati e soprattutto le ragioni dei piccoli numeri, che penalizzano una Regione di tali dimensioni. Probabilmente, data la connotazione degli articoli, non vi è stata sufficientemente chiarezza nell’esposizione dei dati e altrettante spiegazioni di come questi vanno interpretati.
Queste le considerazioni di Mauro Ruffier all’Istituto superiore di Sanità circa l’episodio delle dichiarazioni di Brusaferro (Rt sopra 1%. Non vorrei la Valle d’Aosta diventasse un caso ndr) alla stampa sull’indice Rt della Valle d’Aosta.
I numeri spiegati da Ruffier
«Riguardo l’indice RT > 1 per 13 casi in più – perché il calcolo sui 16 giorni precedenti la settimana di riferimento, che è quella dal 27/04 al 3/05, mette in evidenza un problema che riguarda la scarsissima numerosità dei nostri numeri – occorre che tale indicatore debba essere in un certo modo legato al numero di casi assoluti. Accadrà infatti che, come prevediamo, il numero di positivi della prossima settimana sarà inferiore e saremo nuovamente virtuosi, poi la settimana successiva l’Rt sarà di nuovo più alto e così di seguito. Ma al contempo sarà sempre più difficile mantenere costantemente un RT inferiore ad 1. Basterà infatti un focolaio di tre-quattro persone positive per fare schizzare nuovamente l’indicatore sopra 1».
Criteri diversi per le piccole realtà
«Non possiamo assolutamente essere valutati con gli stessi criteri di Lombardia, Emilia Romagna o Piemonte. All’ Istituto superiore di Sanità trovare il metodo per far capire che la situazione è assolutamente sotto controllo. I numeri bassi invece di premiarci ci penalizzano».
Ruffier nella sua nota riporta quindi una serie di dati e di considerazioni che testimoniano come in Valle d’Aosta la situazione del contagio sia assolutamente contenuta e come l’andamento dell’epidemia e dei casi sia in continuo miglioramento.
La reale situazione
«Non si può ignorare che il numero di decessi Covid è crollato, che sul territorio ci sono 4 positivi paucisintomatici e gli altri asintomatici e in via di guarigione, che ci sono 2 pazienti in Terapia intensiva e che siamo la Regione con il maggior numero di tamponi effettuati /numero di abitanti.
Con questo sistema dei ‘’piccoli numeri’’ più siamo virtuosi e più rischiamo di chiudere. A proposito di numeri si vogliono ricordare i dati dell’ultima settimana relativamente ai casi testati. Dallo scorso venerdì 15 maggio a oggi sono state sottoposte a tampone 1793 persone (pari ad oltre l’1,4% della popolazione in una sola settimana). Di queste soltanto 5 sono risultate positive, lo 0,27% dei verificati.
Si sottolinea inoltre che la Valle d’Aosta, che ha avviato un’importante campagna di screening per le categorie professionali più esposte ai contatti, è la prima Regione per rapporto persone sottoposte a test/popolazione, con l’8,38 dei residenti “tamponati” (almeno una volta).
(re.aostanews.it)