Crisi coronavirus, il grido di allarme dei lavoratori valdostani dello spettacolo: non dimenticatevi di noi
Lettera aperta sottoscritta da 83 professionisti indirizzata alle istituzioni valdostane
Dai registi agli attori, dai musicisti ai ballerini e insegnanti, fino ai tecnici: si leva forte il grido di allarme dei lavoratori valdostani dello spettacolo. In 83 firmano una lettera aperta indirizzata alle istituzioni della Regione.
La lettera
«Siamo un gruppo di lavoratori dello spettacolo della Valle d’Aosta: service audio e luci, tecnici specializzati, organizzatori di eventi, musicisti, attori,registi gestori di teatri, cinema e luoghi per eventi, e altri operatori del settore.
Siamo stati tra i primi a doversi fermare in seguito al DPCM della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4 marzo 2020. Saremo probabilmente anche gli ultimi a poter riprendere le nostre attività.
Le scriviamo perché siamo preoccupati per il nostro futuro professionale.
Come è accaduto per altre categorie, il nostro fatturato si è di fatto azzerato,ma molti di noi continuano ad avere delle spese importanti da sostenere.
Siamo consapevoli che nei prossimi mesi gli assembramenti di persone saranno da evitare per scongiurare una seconda ondata di contagi; nonostante una possibile riapertura di cinema e teatri a inizio giugno, nella garanzia di tutte le condizioni atte a minimizzare il rischio di diffusione del Covid 19, le agenzie e gli organizzatori di eventi prevedono una ripresa effettiva dei lavori non prima della primavera 2021, quando – si spera – saremo tornati alla normalità.
Qualcuno penserà che stiamo parlando di servizi superflui, di cui si possa fare ameno in un momento come questo, e certamente ora è così, nostro malgrado.
Eppure riteniamo che la nostra categoria contribuisca in modo sostanziale allo sviluppo socio-culturale e all’indotto e crescita turistica, e che il nostro lavoro sia uno tra i principali veicoli di promozione del territorio: concerti, festival,spettacoli teatrali o di danza, feste popolari e tradizionali sono uno dei biglietti da visita della nostra regione e uno strumento di crescita culturale ed economica di cui beneficiano diversi altri settori produttivi e, di fatto, l’intera collettività.
Ad oggi, non esiste nessuno che ci rappresenti e ci tuteli. L’eterogeneità delle tipologie di lavoro e dei contratti del settore fanno sì che molti di noi non possano affidarsi ad un’associazione di categoria.
In un momento così difficile per la nostra regione e il nostro paese chiediamo di non dimenticarsi di noi: prendiamo atto che alcune misure sono state prese (a livello nazionale e regionale), ma riteniamo non siano sufficienti, a causa dell’estensione di periodo di crisi che ci riguarderà in maniera più forte rispetto a molte altre categorie.
Senza un aiuto da parte delle istituzioni, rischiamo concretamente di non riuscire a superare questa fase di stallo economico.
Da parte nostra possiamo garantire la stessa passione e determinazione con cui portiamo avanti i nostri progetti e la professionalità che contraddistingue il nostro operato.Confidiamo nella possibilità che venga aperto un confronto costruttivo».
Seguono: 83 firme