Coronavirus: le Partite Iva chiedono misure a fondo perduto
Chiedono anche l'apertura di un tavolo di confronto con la Regione
Coronavirus. Chiedono misure anche a fondo perduto e l’apertura di un tavolo di confronto con la Regione le partite Iva valdostane che hanno dato vita alla sezione valdostana “Partite IVA Valle d’Aosta insieme per cambiare” sull’onda del nazionale dove l’associazione ha già raggiunto 350.000 iscritti totali.
Le motivazioni
Spiegano in un comunicato. «Essa, non solo vuole dare voce a tutti, ma vuole concretamente interagire con i nostri amministratori regionali al fine di arrivare ad ottenere ciò di cui ha bisogno: una liquidazione equitativa del danno subito a oggi e di quello che seguirà nei mesi a venire considerando la situazione non solo un’emergenza ma una vera e propria calamità naturale. Le risorse economiche devono essere trovate e distribuite in modo solidale ed equiparato, come è per un qualsiasi dipendente che ha perso la propria occupazione, tenendo conto che questa azione è un vero e proprio investimento sull’assetto futuro socioeconomico della nostra regione.
Il danno subito dalle P.I. ha un’entità a oggi incalcolabile visto il futuro incerto e le variabili in gioco, tenendo anche conto che la maggior parte delle nostre attività sono legate direttamente o indirettamente al flusso turistico, che sino al mese di febbraio animava la nostra regione, non solo in termini di presenze ma altresì di ricchezza con un beneficio su tutto il nostro territorio e che, per uno spazio temporale indefinibile ad oggi, verrà, in gran parte, a mancare.
Gli interventi che auspichiamo, devono essere mirati ed urgenti considerando anche il profilo della sicurezza in quanto, per poter riaprire, tutte le attività dovranno affrontarne i costi. Puntualizzano: «La nostra non vuole essere una richiesta di assistenzialismo ma un aiuto diretto a mantenere in vita le attività nella fase di rallentamento della produzione per assicurarsi di mantenere e di ritrovare pronto a riattivarsi al 100% il sistema Valle D’Aosta al termine dell’emergenza come stanno facendo molte altre regioni.
(re.aostanews.it)