Coronavirus, se vivere insieme H24 può diventare un problema: i consigli per “sopravvivere”
Alessandro Trento, presidente dell'Ordine degli Psicologi della Valle d'Aosta
Tra gli effetti collaterali dell’emergenza c’è che di colpo moltissime coppie e famiglie si sono trovate in una condizione inedita: convivere h24.
Quello dal «non ci vediamo mai» al «ci vediamo sempre» è un carpiato insidioso. Può avere un che di positivo per i più romantici, diventa l’incubo totale per chi ha relazioni turbolente, ma rischia di rivelarsi complicato anche per chi, ha una normale routine.
Alessandro Trento, presidente dell’ordine degli psicologi della Valle d’Aosta, quali possono essere i principali suggerimenti per gestire al meglio questa situazione?
«In questo periodo così strano, vanno in scena estreme dissonanze: c’è chi vorrebbe avere un po’ di pace e viversi quella benedetta noia da cui tutti fuggono e avere un po’ di tempo per sé, c’è chi invece di tempo ne ha troppo e desidererebbe avere compagnia anche solo per qualche ora. Presenza e assenza, che assurdo dilemma. C’è poi chi lavora e vive nell’ansia di potersi contagiare e nella preoccupazione di poter contagiare i propri cari quando rientra a casa e c’è invece chi ha paura di perdere quel lavoro e, oltre alla salute, pensa anche all’aspetto economico perché lo stipendio è stato ridotto e vorrebbe tanto andare a lavorare. Contrasti, storie, relazioni e significati diversi di uno stesso problema comune a tutti noi. Nel nostro lavoro di psicologi raccogliamo due grandi temi: da un lato la paura o la preoccupazione per la salute, propria o dei propri cari, dall’altro la difficoltà nell’affrontare queste restrizioni così importanti e straordinarie che portano, per la prima volta in modo così forte, ad affrontare il senso del limite. In un’epoca caratterizzata dall’accesso illimitato alle informazioni, alle risorse, alle relazioni, il confronto con il limite ci costringe a pensare che anziché trasgredire la Legge, dobbiamo cercare di trasgredire noi stessi nella ricerca di nuove regole del nostro esistere, senza cercare nell’altro come per esempio nella politica, il capro espiatorio delle nostre pene. Peraltro, è proprio nel confronto del limite che nasce il desiderio di rincontrarsi».
Situazione famiglia: convivenza che si rinsalda ma anche nascita di nuove conflittualità. Come comportarsi?
«Un aspetto particolarmente delicato è la convivenza forzata, soprattutto per le famiglie con figli. Sebbene le ultime misure abbiano concesso qualche apertura in più, il Covid-19 ci costringe alla sospensione delle nostre attività e delle nostre consuetudini. E proprio nel tempo sospeso sappiamo quanto si nasconda la creatività. Talvolta siamo portati a cercare di ricreare quello che a noi è noto, nel tentativo di ristabilire l’equilibrio perso. Tendiamo dunque a utilizzare le nostre energie per ricreare in un paesaggio che è cambiato, quello che da sempre conosciamo, saturando per esempio il tempo con attività e impegni. Vorrei invece elogiare, sebbene possa sembrare un paradosso, la noia. E’ proprio in questo apparente vuoto che possono nascere nuove forme per affrontare le nostre vite. Anche i bambini e le bambine hanno bisogno di riappropriarsi un po’ del loro tempo, dei loro spazi. Su internet, per fortuna, si trovano tanti stimoli per trascorrere le giornate con i figli in casa, che aiutano i genitori in questo momento difficile di riorganizzazione familiare. Cerchiamo però di non adattarci solamente, senza provare a imparare a cambiare qualcosa di noi, cercando di restituire loro questo tempo sospeso, così importante per la costruzione del loro sé. Peraltro questo ha anche il vantaggio di far sentire il genitore meno inadeguato se per caso non organizza completamente la giornata con attività affascinanti. In questo modo avremo da un lato genitori meno afflitti dal senso di colpa e dall’altro figli capaci di organizzare il proprio tempo, trovando un modo nuovo di stare insieme. Per quanto riguarda invece le informazioni relative all’emergenza sanitaria, è importante utilizzare un dialogo che permetta ai minori di avere a disposizione sia contenuti coerenti e certi, sia un corretto contenimento emotivo. Se infatti è importante restare a fianco dei minori nel tradurre in informazioni chiare e semplici quello che stiamo vivendo, è altrettanto importante che ciò che diciamo e ciò che manifestiamo siano coerenti. Sarebbe inutile infatti tranquillizzare il minore con parole di rassicurazione e poi compiere gesti di natura fortemente ansiosa. In questo momento, il nostro comportamento è davvero da esempio. Se l’adulto è preoccupato, anche il minore lo sarà. Piuttosto che nascondersi dietro a parole rassicuranti, meglio parlare delle proprie preoccupazioni, tenendo conto che l’adulto non è colui che non ha problemi o paura, ma colui che sa come farvi fronte, non negandoli».
Come possono affrontare questo periodo le persone più fragili e gli anziani?
«Il Covid-19 sin da subito ha assunto connotazioni differenti anche in base alla fascia d’età, colpendo in modo particolarmente violento le persone anziane. Questo non solo perché le più colpite dal virus, ma anche perché le limitazioni imposte risultano ancora più drastiche per quella fascia di popolazione che già normalmente soffre di forme di isolamento sociale più o meno marcate e, non ultimo, per la minore possibilità di accesso alla tecnologia che a tutti noi permette di mantenere i contatti. Sono molti poi gli aspetti di fragilità che accompagnano la fase terminale della nostra vita. Se siamo però più capaci di vedere le fragilità del nostro corpo che piano piano lascia il passo al tempo, ben più difficile è tener conto che spesso quanto accade al nostro corpo accade anche alla nostra mente. Sono moltissime infatti le forme ansiose e depressive in età senile, spesso compensate da un punto di vista farmacologico, che oggi si acuiscono in quadri clinici più evidenti. In questo senso, il supporto psicologico e sociale attivato dall’Assessorato alla Sanità è un primo grande passo nel riconoscimento di questi aspetti».
Come sta cambiando le relazioni di coppia?
«In generale le situazioni di forte stress fanno emergere quanto talvolta è dato per scontato o ciò che inconsapevolmente viviamo. La convivenza imposta ci obbliga a ridefinire il nostro modo di stare insieme, di con-vivere. E’ importante dunque aprirsi alle dimensioni del dialogo, che ci permetta di rimodellare il nostro modo di stare insieme di fronte al cambiamento. In verità, questa abilità di rimodellamento è un principio presente nelle coppie anche in situazioni normali. I singoli, le situazioni esterne e la coppia evolvono. Ogni evento che affronta la coppia, anche quelli più piccoli, dovrebbe portare quest’ultima a ridefinire il proprio stare insieme, in una costante ricerca di nuovi equilibri. Succede così per esempio alla nascita di un figlio, ma anche per molti altri aspetti della vita di coppia. Se ciò non avviene, la coppia finisce per reggersi su principi condivisi in un tempo che non c’è più, portando presto al collasso dei suoi stessi principi. L’emergenza Covid-19 ha determinato un cambiamento improvviso, inaspettato e eccezionale, costringendo le coppie a un adattamento altrettanto eccezionale e rapido. Visto lo straordinario impatto delle limitazioni anche sulla coppia, talvolta questo accomodamento richiede più tempo, altre volte richiede il supporto di una figura esterna per addivenire a un nuovo equilibrio. E’ importante, anche in questo periodo, pensare che la perdita temporanea dei nostri equilibri sia un fatto normale, e che di fronte a un perdurare del disequilibrio, il ricorso a un professionista della salute, quale lo psicologo, non significhi avere dei problemi, ma sapere di averli e fare qualcosa per affrontarli e risolverli. Riprendendo quello che si diceva prima, l’adulto non è quella persona che non ha problemi, ma è chi sa affrontarli e sa come e dove trovare gli strumenti e i supporti necessari per superarli. In questi giorni stiamo ivivendo un momento particolarmente delicato; dopo la prima fase di adattamento, ci stiamo confrontando con il fatto che le novità non desiderate stanno diventando piano piano la nostra quotidianità, mettendo a dura prova la nostra tenuta psicologica»
(sacha paternolli)