Aosta: librerie aperte sì, ma «con qualche preoccupazione»
Oggi, martedì 14 aprile, hanno riaperto librerie e cartolibrerie, ma con limitazioni
Librerie aperte, ma con qualche preoccupazione. Oggi, martedì 14 aprile, hanno riaperto le librerie e le cartolibrerie valdostane per effetto del DCPM del 10 aprile, con l’obbligo però di mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire le distanze di sicurezza ed evitare il contagio.
Riaperti ma con qualche preoccupazione
«Abbiamo riaperto mettendo in atto tutte le misure necessarie per evitare il contagio – ammette Carlotta Acerbi della libreria À la page di Aosta. Siamo però preoccupati come tutti, è inutile nasconderlo. Sinora abbiamo lavorato con le consegne a domicilio. Dobbiamo ringraziare gli editori che, con il progetto “Libri da asporto”, ci hanno pagato le spese di spedizione. Le perdite ci sono, ma questo progetto ci ha aiutato a respirare un po’».
In questo periodo le sorelle Acerbi hanno cercato anche di mantenere il contatto con i clienti. «Ci sono i lettori decisi, che sanno cosa vogliono e ti ordinano i libri – dicono -. Per gli indecisi abbiamo messo a disposizione un servizio di videochiamata. I clienti ci chiamano e diamo loro consigli per i loro acquisti».
Aperti a metà
Anche la libreria Aubert di Aosta ha alzato la saracinesca questa mattina. «Siamo di fatto aperti “a metà”: Abbiamo riaperto questa mattina, ma con modalità alienanti rispetto al nostro concetto di libreria». Così Stefano Tringali, proprietario della libreria, che ha allestito uno spazio davanti all’ingresso e da lì serve i propri clienti. «Per noi la libreria è un luogo dove poter socializzare. I nostri spazi però non garantiscono purtroppo le distanze necessarie a garantire la sicurezza».
Un virus che porterà cambiamenti
«Questo virus ci ha portato via tanto» commenta Romaine Pernettaz della cartolibreria “Brivio 2” di Aosta. «Siamo di fatto rimasti fermi una settimana. Poi, dopo il via libera del Celva, ci siamo attivati con le consegne a domicilio. Il fatto che le scuole non potranno fare nuove adozioni ci penalizzerà parecchio».
Nel periodo di chiusura forzata, Romaine è riuscita a creare una vera e propria rete con il territorio. «Oltre a lavorare con i corrieri, per le consegne ci siamo appoggiati anche ai tabaccai e alle edicole rimasti aperti. Li abbiamo usati come veri e propri “drop point”, punti di recupero. I nostri clienti potevano recarsi lì e ritirare i libri che avevano ordinato».
Ora, nonostante la riapertura, anche Brivio 2 continuerà il servizio di consegna. «Per limitare la permanenza nel nostro negozio, cercheremo di fare in modo che i clienti ordinino prima per telefono. Così, quando vengono qui trovano già tutto pronto. Questo virus ha cambiato radicalmente il nostro modo di fare commercio».
(si.ca.)