Coronavirus, portale INPS bloccato: i Consulenti del lavoro infuriati scrivono a Tridico
L'Associazione scrive al presidente dell'Ente, Pasquale Tridico e chiede un cambio di passo
I sistemi informatici dell’Inps non funzionano, il sito internet si blocca in continuazione. Lo denuncia l’Associazione nazionale Consulenti del Lavoro, infuriata, scrive una lettera di protesta al presidente dell’Ente, Pasquale Tridico.
I Consulenti rilevano: «noi eravamo pronti a sostenere gli impegni da professionisti e intermediari dell’Istituto, ma voi eravate pronti?».
Rivolgendosi a Tridico, i Consulenti del lavoro chiedono:
- l’Istituto che Lei presiede, in questi ultimi 40 giorni, si è preparato ad affrontare le ricadute operative, tecniche, gestionali ed organizzative derivanti dalla tragedia che ha colpito questo Paese?
- i dirigenti della divisione tecnologica hanno valutato che la prevedibilissima e scontata moltiplicazione del numero di soggetti che avrebbero fatto accesso al Vostro sito, avrebbe comportato una problematica tecnica di “tenuta” della piattaforma informatica?
- E’ stata valutata l’alternativa di costruire un’unica procedura informatica per la gestione dell’ammortizzatore sociale emergenziale “COVID-19”, anziché utilizzare le molte procedure di richiesta già presenti sul sito e idonee a gestire situazioni di normalità e non eventi di questa portata?
«Le garantiamo però che, in tutti noi, si è fatta strada la consapevolezza che non eravate pronti e se mai qualche suo dirigente si fosse posto gli interrogativi di cui sopra, noi oggi non saremmo così furibondi».
Struttura inadeguata
I Consulenti del lavoro puntano il dito: «quasi nulla è stato fatto per adeguare la struttura tecnologica dell’INPS – profilo “intermediari” per garantire l’accesso contemporaneo dei professionisti e la ricezione di milioni di domande di CIGO, FIS, Ticket».
Cosa non funziona
I Consulenti rilevano che:
- Accesso al sito: abbiamo migliaia di schermate di mancato accesso al sito che i colleghi ci inviano ogni minuto del giorno e della notte;
- Procedure di presentazione della CIGO: sono rimaste invariate rispetto al passato e ci costringono a presentare una pluralità di domande; se in azienda sono presenti apprendisti o part time, con la conseguente moltiplicazione del numero di istanze che l’Istituto sarà chiamato a processare, autorizzare, liquidare (certamente, non il prossimo 15 aprile!);
- Assenza di riscontro tra le informazioni inserite per le domande di CIGO e la consultazione delle stesse tramite le schermate del sito;
- Impossibilità di accedere al servizio e, quando si accede, impossibilità di consultare e rintracciare i certificati di malattia, necessari per elaborare le paghe di marzo;
- Impossibilità di accedere al servizio per lo scarico delle informazioni sugli assegni familiari, mai come in questo momento utili ad integrare il reddito dei lavoratori sospesi.
La richiesta
I Consulenti del lavoro chiedono a Tridico di «di imporre il cambiamento dell’Istituto che presiede e di darci dimostrazione della sua reale volontà di incidere sulla variazione delle modalità relazionali che l’INPS (coni suoi dirigenti) adotta nei confronti degli intermediari, delle aziende e dei lavoratori. Chiediamo almeno il funzionamento costante senza blocchi del sito internet dell’Inps a ogni ora e per tutti i servizi oggi disponibili».
La testimonianza: PIN Inps, procedura cervellotica
«L’azienda per cui lavoro ha chiesto attraverso il suo consulenti del lavoro la Cassa integrazione in deroga – racconta Paolo, lavoratore di Aosta -. Una mia collega ed io, invece, abbiamo prima utilizzato due settimane di ferie, poi abbiamo optato per il congedo parentale, avendo figli piccoli a casa. E qui la brutta sorpresa: il congedo lo dobbiamo chiedere a titolo individuale all’Inps. Ma essendo iscritto ad altra Cassa ho dovuto registrarmi e chiedere il PIN. Qui viene il bello: a parte il fatto che ho impiegato due giorni per poter entrare nel portale, il rilascio del PIN è operazione cervellotica. Metà del PIN, infatti, è stato comunicato via sms, mentre per l’altra metà l’Inps la invierà – non è dato a sapersi quando – per posta tradizionale al mio domicilio. Trovo assurda questa procedura, e non solo in questo momento di emergenza. E se il PIN non arriverà, come farò? Io tengo famiglia e ho bisogno dei soldi».
(lu.me.)