Coronavirus, da Madrid: «Resto qui, troppo rischioso rientrare»
La testimonianza di Hélène Leon, collaboratrice di Gazzetta Matin
Coronavirus, da Madrid: «Resto qui, troppo rischioso rientrare». Hélène Leon, collaboratrice di Gazzetta Matin, è nella capitale spagnola da febbraio per l’Erasmus.
Madrid è stata duramente colpita dalla pandemia Coronavirus. Dei 135.032 contagiati spagnoli, infatti, 38.723 sono nella capitale, con più di 5.000 vittime. La ventunenne valdostana, tuttavia, ha deciso di restare in Spagna e non rientrare in Italia. Con la cancellazione di quasi tutti i voli, l’alternativa è il rientro in nave partendo da Barcellona. Una soluzione che espone maggiormente al rischio contagio.
Hélène ha raccontato la sua storia su Gazzetta Matin in edicola lunedì 30 marzo.
Il racconto di Hélène Leon
Mi chiamo Hélène Leon, ho 21 anni, vivo ad Aosta e frequento il secondo anno di Economia all’UniVda, Università della Valle d’Aosta.
L’anno scorso ho deciso di fare domanda per l’Erasmus in Spagna. Lo spagnolo è una lingua che mi è sempre piaciuta ma non avevo mai avuto l’opportunità di studiare. Ho visto per la prima volta Madrid con i miei genitori lo scorso ottobre, è stato amore a prima vista. Una città che ha spazio per tutti, offre cultura, divertimenti, buon cibo. Sono tornata a gennaio per trovare una sistemazione e poi definitivamente ai primi di febbraio per iniziare con i corsi in università. Ho scelto quattro corsi: due in spagnolo e due in inglese.
Esattamente un mese e una settimana dopo il mio arrivo, anche Madrid ha iniziato a prendere provvedimenti per limitare i contagi di Coronavirus. Lunedì 9 marzo è stato il mio ultimo giorno di corso; la sera mi è arrivata una mail che informava che dal mercoledì tutte le scuole di ogni ordine e grado sarebbero rimaste chiuse per due settimane.
Il venerdì il premier spagnolo Pedro Sanchez ha ordinato la chiusura di tutte le attività commerciali, fatta eccezione per quelle di prima necessità, autorizzando spostamenti solo per l’acquisto di prodotti alimentari o farmaceutici.In contemporanea sono stata contattata dalla mia università di provenienza che mi proponeva un volo di rientro per gli studenti Erasmus italiani organizzato dalla Farnesina. Si trattava di un volo diretto su Roma, ormai di voli diretti Spagna-Italia non ce n’erano più; inevitabile fare scali ed esporsi maggiormente al rischio contagio.
«Cancellato il volo Madrid-Roma, troppo rischioso rientrare in nave»
Dopo qualche giorno però ai miei amici italiani che l’avevano accettato è arrivata una mail con la disdetta. Alcuni miei amici di Milano sono andati fino a Barcellona per prendere da lì una nave che li ha portati a Genova per un totale di due giorni di viaggio. Alitalia ha poi messo in piedi un secondo tentativo di rimpatrio. La compagnia aerea ha organizzato voli diretti Madrid- Roma che permettessero agli italiani di rientrare. Dopo averne parlato con i miei genitori, ho scelto di restare a Madrid.
«Ora sono a casa di due amiche: usciamo solo per fare la spesa»
Quando hanno comunicato lo stato d’emergenza anche in Spagna, mi sono spostata a casa di due amiche anche loro qui in Erasmus. Non mi andava di affrontare quelle che inizialmente dovevano essere due settimane completamente da sola. E così, adesso, seguiamo le lezioni online, studiamo, ci improvvisiamo cuoche, giochiamo a carte, guardiamo film e cerchiamo di far passare il tempo come meglio possiamo.
Usciamo solo per fare la spesa e ogni volta che lo facciamo prendiamo tutte le precauzioni del caso.
La percezione da qui è che la situazione sia critica come nel resto d’Europa, ma dalla televisione e dalle notizie che leggiamo su internet manca un po’ quel tono catastrofico con cui invece, l’Italia, ritrae una Spagna in ginocchio, costretta a far sdraiare i malati di Covid- 19 per terra nei corridoi degli ospedali perché i letti a disposizione sono esauriti.
(hélène leon)