Coronavirus, -51% di accessi in Pronto soccorso: Struttura riorganizzata
Calo degli incidenti stradali, azzeramento di quelli sugli sci
Dimezzati gli accessi al Pronto soccorso, rimodulata la Struttura. Lo comunica l’Azienda Usl della Valle d’Aosta.
Nel periodo di emergenza da Coronavirus, il Pronto Soccorso dell’Ospedale Parini di Aosta ha rimodulato la propria struttura con la riorganizzazione del personale sanitario, dei box visita e del reparto di OBI – Medicina d’Urgenza.
La diminuzione di accessi è dovuta al calo degli incidenti stradali e in ambiente di lavoro e all’azzeramento dei traumi su pista da sci e dovuti all’ escursionismo in montagna, e probabilmente alla tendenza degli utenti a non presentarsi per situazioni che non necessitano di risposta urgente.
Nello specifico: nel periodo tra il 17 febbraio e il 31 marzo dell’anno 2019 gli accessi in Pronto soccorso sono stati, complessivamente, 6.648 mentre nello stesso periodo del 2020 se ne sono registrati 3.455 (-51,97%).
«Abbiamo riorganizzato le attività in base alle nuove esigenze dettate dall’emergenza di questo periodo – spiega Stefano Podio (foto), direttore della SC MeCAU, struttura complessa di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza/Pronto Soccorso ed Emergenza Territoriale/118 – impiegando le varie professionalità a nostra disposizione in maniera adeguata al flusso dei pazienti, che è sicuramente diminuito, ed alle emergenze che sono quelle “di sempre”, come gli eventi cardiovascolari e neurologici e i traumi, soprattutto domestici».
Nel periodo dell’emergenza Covid-19, ovvero tra il 3 e il 31 marzo 2020, sono stati registrati 1.843 accessi in Pronto soccorso, con un’affluenza settimanale da un massimo di oltre 600 utenti a un minimo di circa 350; nello stesso periodo dell’anno precedente, gli accessi nel corso della settimana non sono mai scesi sotto le 1.000 unità, con un picco di 1.208 (per un totale di 4.302).
Il dato merita ancora una lettura specifica e alternativa: di quei 3.455, gli accessi alla struttura di PS sono stati 3.053, quelli nella tenda di pre-triage posta all’esterno, nel piazzale dell’ospedale, sono stati 402 (di cui 165 dimessi e 237 (58,95%) ricoverati in reparti Covid e in altri reparti). Dal grafico si deduce un progressivo trend decrescente degli accessi in PS da metà febbraio a fine marzo, con in parallelo un progressivo trend in aumento dei pazienti in Tenda con un progressiva tendenza all’aumento dei pazienti da ricoverare per severa insufficienza respiratoria che necessita di ossigenoterapia ad alti flussi e di ventilazione assistita.
«A fronte di questi dati – prosegue il dottor Stefano Podio – escluse le emergenze urgenze diminuiscono in maniera sostanziale quei pazienti che registriamo come codici bianchi, ovvero quei casi non urgenti che possono essere gestiti e trattati dal medico di famiglia o da altre strutture del Territorio».
La riorganizzazione
Attualmente, tutto il personale (14 medici accettanti unici, 1 chirurgo toracico con incarico in libera professione L.P.) e 2 medici specializzandi in Medicina d’emergenza urgenza (MEU) assunti con contratto in L.P. di 6 mesi per l’emergenza Covid-19, 57 infermieri professionali, 11 operatori socio sanitari OSS e 8 amministrativi) è impegnato con turni anche di 12 ore per garantire oltre che la normale gestione dell’emergenza urgenza di tutti i giorni anche la gestione parallela del percorso dedicato ai pazienti gravi che sono sospetti o positivi al COVID-19. Il personale infermieristico e OSS ruota anche all’interno del Dipartimento di Emergenza, Rianimazione e Anestesia (DERA) al118 e in Terapia intensiva.
Triage e tende di pre-Triage
Una novità nelle procedure di Triage è dovuta all’installazione delle tende di Pre-Triage sul piazzale di ingresso dell’Ospedale che sono diventate un vero e proprio ambulatorio visita dotato anche di ecografo, apparecchio Rx e con possibilità di effettuare anche la ventilazione non invasiva tramite casco CPAP (Continuous Positive Airway Pressure – pressione positiva continua delle vie aeree) per garantire a quei pazienti che si presentano in PS con insufficienza respiratoria da sospetta o accertata infezione da Covid-19 un percorso dedicato.
«Il personale a disposizione del Pronto soccorso è operativo anche nelle tende di Pre-Triage – ricorda Podio – . Il loro lavoro, adeguatamente protetti con i DPI, è fondamentale perché permette di isolare immediatamente i casi di contagio sospetti o conclamati, evitando così di contaminare gli ambulatori e gli ambienti del Pronto Soccorso, consentendo in questo modo l’attività di tutti gli operatori in piena sicurezza e la salvaguardia della salute dei pazienti. Perdere la funzionalità delle strutture deputate alla risposta all’emergenza-urgenza significherebbe, senza tanti giri di parole, bloccare buona parte dell’Ospedale e questo, naturalmente, sarebbe gravissimo. E lo abbiamo visto accadere, purtroppo, in altri ospedali italiani. La sicurezza, per noi, è un elemento fondamentale e anche per questo ci sembra utile continuare a ribadire il messaggio di rimanere a casa se si hanno sintomi lievi, impiegando i medici di famiglia, le unità USCA (Unità sanitarie speciali di continuità assistenziale) e il 118 che possono osservare e trattare a domicilio e nelle microcomunità la maggior parte dei pazienti, e quindi con accessi al Pronto Soccorso solo in caso di vera emergenza urgenza. A questo proposito la CUS 118 sta facendo un formidabile lavoro di filtro sulle centinaia di chiamate che arrivano ogni giorno in Centrale, garantendo a tutti le adeguate informazioni e il corretto percorso per ciascun paziente».
L’Azienda Usl comunica che Il reparto di OBI – Medicina d’Urgenza adiacente al Pronto Soccorso conta su dieci posti letto monitorizzati
A tal proposito il dotto Podio spiega che «In questo periodo di emergenza avendo più che triplicato i letti in Terapia Intensiva abbiamo dedicato due stanze alla Rianimazione dei pazienti non Covid, due stanze ai nostri soliti pazienti in Osservazione Breve Intensiva e da Medicina d’Urgenza e una stanza a pressione negativa per quei pazienti sospetti Covid ma non-stabili, che necessitano di un monitoraggio ECG e dei parametri vitali e di terapie come la ventilazione non invasiva in ambiente semi intensivo in attesa del risultato del tampone».
(re.aostanews.it)