Valtournenche piange Livia Monini, la sarta della Dama Bianca
Avrebbe compiuto 90 anni il 10 aprile
Avrebbe compiuto 90 anni il 10 aprile Livia Monini. Ma una infezione (non c’entra niente il Coronavirus) non glielo ha concesso. Una vita da sarta: tra orli e bottoni, ha cucito l’abito della Dama Bianca.
Il Comune di Valtournenche dedica a Livia Monini alcune parole e, non essendovi la possibilità di celebrare il suo rito funebre, invita tutti a rivolgerle un pensiero di saluto.
La nipote, Francesca Gaggioli, la ricorda così: «Sulla mensola, in soggiorno, una foto ti ritrae -giovane e bellissima – all’alba dei 18 anni.L’abito buono, i capelli sistemati, il sorriso e lo sguardo rivolto lontano. Una foto, ai tempi,rappresentava un’occasione speciale per immortalare l’immagine migliore di sé. Un ritaglio in mezzo al lavoro e alla fatica. Proprio il lavoro ti ha condotta in Valle d’Aosta, insieme alla tua famiglia, a tuo marito Ennio Gaggioli e ai primi due figli, Ivana e Francesco. Manuela sarebbe nata a Gaby.
Siete arrivati a Cervinia negli anni ‘60. Una Cervinia che, in quegli anni, cresceva e fioriva.Nel 1967, Ennio e Livia hanno aperto la ferramenta Gaggioli. L’inizio è stato impegnativo ma, dietro quel bancone la nostra famiglia ha iniziato a radicarsi e crescere: ha attraversato il dramma della malattia di Ennio e la sua perdita, ma ha anche celebrato matrimoni e visto nascere nipoti e pronipoti. L’unione con Giovanni è stato il tuo modo di celebrare la vita. Perché tu eri così: sempre vitale,energica, pronta al sorriso e con la battuta pronta. Parlavi volentieri con tutti e lavoravi con ritmi difficili da reggere. Eri vanitosa, volevi sempre presentarti al meglio. Eri spigliata: tra il parlare e il tacere – secondo te – tanto valeva dire la propria! Eri il nostro ponte, tra la storia della nostra famiglia e il suo futuro. Eri il perno di tutto. Le tue mani hanno impastato chili di fettuccine, hai cantato per tutti i tuoi nipoti, hai cucito orli e bottoni (compreso il vestito della Dama Bianca).
Eri generosa e la tua porta era sempre aperta per chiunque.Per te, “vita” era essere impegnati in qualcosa, avere da fare, stare con la gente, condividere. I tuoi album traboccano di foto della Cervinia che fu, tra balli in maschera e gare di fondo. Po ci sono viaggi, campagna e tante, tantissime foto di famiglia. Avevi un cuore grande e ciascuno di noi aveva un posto in esso. Ci lasci con preziosi ricordi pieni di insegnamenti. Il più grande è che la famiglia è la cosa più importante e l’esserci, l’uno per l’altro, è la fortuna più grande di cui possiamo disporre.
Ci mancherai immensamente ma non possiamo dire di averti persa. Arrivederci, nonnina cara,ti dedicheremo ogni nostro sorriso».
(re.aostanews.it)