Appalto innevamento Courmayeur, 18 imprese valdostane accusano: distorsione della concorrenza
Presentato un "dissenso tecnico" per «distorsione della concorrenza»
Sono 18 le imprese valdostane che criticano le modalità di appalto dei lavori di ampliamento dell’innevamento programmato del comprensorio sciistico della Courmayeur Mont-Blanc Funivie S.p.A. e alla realizzazione delle opere civili connesse ed accessorie.
Per loro si tratta di «distorsione della concorrenza».
Le 18 imprese, per mezzo dello Studio Pessina Bajardi Bollo, hanno rappresentato al governo regionale, Finaosta S.p.A., Confindustria Valle d’Aosta, Avif, Courmayeur Mont-Blanc Funivie S.p.A., Pila S.p.A., La Thuile S.p.A., Monterosa Ski S.p.A. e Cervino S.p.A., un dissenso tecnico rispetto alle modalità di espletamento delle procedure di gara di appalto generalmente adottate dalle partecipate regionali con particolare riferimento al Disciplinare della gara ai piedi del Monte Bianco.
Le imprese firmatarie
Le imprese firmatarie sono: Consorzio Stabile Valle D’Aosta Società Consortile A R.L. (Alpi Scavi srl, Angelini Costruzioni srl, Besenval Costruzioni srl, Droz srl, I.R.&B. srl, SI AM di Carradore Mattia & C SAS), Anelli Luca srl, Borre srl, Cometto & Tercinod srl, Edil Euro 2000 srl, Ediluboz srl, Favre Marino,L.E.V.I.T. srl, Micron srl, Sapia Benedetto Costruzioni srl, Saudin srl, Tour Ronde srl, V.I.C.O. srl.
Le imprese rilevano ed evidenziano come le scelte operate in merito alla suddetta procedura di Gara (seppure nell’ambito della discrezionalità della stazione appaltante) non tengono in considerazione di alcuni aspetti di natura tecnica ed amministrativa, annichilendo, il reale apporto delle imprese che operano nel settore dei lavori pubblici.
«Tali scelte, peraltro, sono le medesime effettuate in altre procedure similari e, si ritiene, verranno replicate in futuri affidamenti – si legge in una nota -. E’ quindi interesse delle imprese istanti sensibilizzare il governo regionale e il sistema delle Partecipate affinché ponderino attentamente le modalità di affidamento degli appalti nell’ottica di assicurare la par condicio agli operatori in possesso delle qualifiche necessarie all’accesso alle gare».
Le osservazioni delle 18 imprese
Secondo le 18 imprese, la scelta di accorpare le prestazioni di “forniture” e “lavori”, qualificando l’appalto “misto” con prevalenza delle forniture, incontra, ad avviso delle imprese istanti, almeno due rilevanti criticità:
- Innanzitutto, accade spesso che da una attenta analisi del computo di appalto emerga una inversione della prevalenza delle attività, rispetto a quelle indicate nel bando. Nell’appalto in oggetto, infatti e per esempio, al contrario delle premesse addotte, i lavori incidono in misura superiore al 50% dell’importo di contratto, tenendo in considerazione le attività riconducibili alle prestazioni edili e valutando quelle che sono oggettivamente separabili rispetto alla fornitura dei generatori di neve.In concreto, quindi, si ritiene opportuno sensibilizzare le stazioni appaltanti al fine di tenere in debita considerazione la possibilità di scorporare le mere forniture dei generatori di neve dalla realizzazione delle opere edili/impiantistiche; modalità operativa, questa, già attuata (con risvolti positivi – di natura economica e non solo) da alcune società di gestione di impianti in Valle d’Aosta ed in altre Regioni.
- La seconda criticità è strettamente legata alla prima, in quanto la scelta se e come accorpare le prestazioni nell’ambito di una unica gara incide sulla reale portata applicativa del principio di concorrenza. E’ chiaro, infatti, che se la stazione appaltante qualifica l’affidamento quale “appalto misto con prevalenza forniture” e se, nel medesimo tempo, richiede requisiti elevati e specifici come quelli indicati (nel caso fornitura di almeno 100 generatori), la procedura sarà contesa da 1 o 2 operatori, i quali a loro volta assoceranno 1 o 2 operatori edili. Laddove, invece, anche in ragione della effettiva separazione delle prestazioni, la stazione appaltante dovesse affidare i lavori e le forniture con due procedure distinte, i concorrenti risulteranno per la parte edile in misura decisamente superiore al minimo sopra indicato, garantendo una effettiva concorrenza ed un maggior risparmio.
Secondo le 18 imprese «oggi, invece, come in parte esposto sopra, le modalità di affidamento annichiliscono ed annullano l’apporto degli edili ad appalti di rilevante importo, come quello in oggetto; questi infatti potranno concorre solo come soggetti “ancillari” ai fornitori di generatori, peraltro presenti sul mercato nella misura di pochi soggetti. Sul punto, inoltre, è opportuno rilevare che la maggior parte dei comprensori sciistici utilizzano, attualmente, impianti di innevamento/risalita riconducibili ad una/due aziende costruttrici con le quali hanno rapporti di collaborazione e manutenzione. Tali rapporti, quindi, vincolano inesorabilmente – per i futuri sviluppi del comprensorio – le stesse stazioni appaltanti al massimo a una/due aziende, che, come noto, a sua volta operano con un unico operatore edile di riferimento. Ne consegue, quindi, che a fronte di decine di operatori edili valdostani (che concorrono al gettito Iva, all’occupazione di forza lavoro e al gettito imposte dirette per la Valle d’Aosta) in grado di eseguire le prestazioni di appalto, la gara si ridurrà alla competizione tra (massimo) due operatori e nel caso dell’appalto in oggetto ad un solo concorrente che ha la tecnologia e la struttura impiantistica più conforme e compatibile all’impianto esistente e richiesto dalla stazione appaltante. E’ palese, quindi, come sia opportuno porre rimedio a tale distorsione della concorrenza. Ciò a maggior ragione del caso di stazione appaltante emanazione di un Ente Pubblico come la Regione».
La richiesta
Le 18 società istanti ritengono «ritengono doveroso, anche in considerazione della situazione gravosa nella quale versa il settore, ancor più esacerbata dall’emergenza in corso, che la stazione appaltante in causa ponderi e attui la revisione e rettifica della procedura di gara in oggetto e proceda con due nuove procedure distinte (una per le opere edili e una per la fornitura e posa cannoni e impianti correlati)».
Chiedono, altresì, che «per le future procedure le stazioni appaltanti riconducibili al comparto pubblico tengano in considerazioni i principi e gli elementi esposti».
(re.aostanews.it)