Pontey, lettera di cittadini: «Non capiamo il perché della zona rossa»
In partenza una lettera ai presidenti di Regione e Consiglio Valle
Pontey zona rossa, i cittadini: «Non capiamo il perché». I residenti di Pontey stanno preparando una lettera da inviare ai presidenti di Regione e Consiglio Valle una lettera nella quale lamentano la mancanza di preavviso dell’ordinanza con la quale dalla mezzanotte di domenica il paese è stato blindato. Soprattutto non capiscono e chiedono. «Ma la situazione di Pontey è così diversa da quella di altri comuni da richiedere un provvedimento così eccezionale? Proseguono. «Se così è, riteniamo che la situazione della microcomunità (dove si sono registrati tre decessi ndr) debba essere fatta oggetto di una particolare attenzione a tutela non solo dei cittadini di Pontey ma anche dei residenti negli altri comuni.
Il personale che vi opera è costretto, per motivi di residenza, a entrare e uscire dal paese e può diventare portatore di infezione. La popolazione restante potrebbe provvedere alle proprie esigenze con l’osservanza di tutte le cautele che la situazione impone a tutti e a tutte. Bisogna anche tenere conto che estendere a tutta la popolazione il trattamento emergenziale significa nei fatti sovraccaricare gli operatori volontari della Cri di un onere gravoso. La preziosa risorsa da essi rappresentata non potrebbe essere impegnata più utilmente in ambiti che richiedono una maggiore urgenza?».
Blocco senza rispetto
Tornano a stigmatizzare. «Le cittadine e i cittadini di Pontey avevano il diritto di potersi preparare adeguatamente a una emergenza così grave sia da un punto di vista logistico sia per un principio di partecipazione democratica». Rincarano. «L’ordinanza è calata all’improvviso e – per infausta coincidenza – in un giorno festivo, sorprendendo la comunità di Pontey che si è trovata del tutti impreparata in una situazione di totale precarietà. Il sindaco Rudy Tillier è stato udito e non ha avuto neanche il tempo di preavvertire la comunità che rappresenta. E’ decisamente difficile accettare tutto ciò».Intanto ancora nessuno ai varchi.
La consegna di viveri, medicinali e generi di prima necessità continuano a essere consegnati dai volontari della Croce Rossa, della Protezione civile e gli uomini del Corpo forestale. Dice René Tonelli «un lavoro encomiabile. Garantire la consegna di 344 pacchi non è banale».