Plan Chécrouit, le funivie: «a disposizione degli operatori coinvolti»
Stagione finita per gli operatori del Plan Chécrouit dopo la frana e l'ordinanza del sindaco che ha evacuato alcune strutture; 100 dipendenti coinvolti, tanti i licenziamenti
Plan Chécrouit, dalle funivie massima apertura: «Siamo a disposizione degli operatori coinvolti».
Una doccia gelata per il Plan Checrouit, dopo lo spavento per la frana che martedì 25 febbraio ha invaso parte del campetto, l’ordinanza del sindaco che, ampliando la zona rossa, ha evacuato alcune strutture.
I commenti degli operatori
«Non ci aspettavamo la chiusura del piano in questo momento. Abbiamo passato indenni la settimana successiva alla frana e credevamo di riuscire a finire la stagione», così Daniel Mochet, socio del ristorante Chez Moi, esprime una considerazione diffusa tra gli esercenti coinvolti dall’ordinanza del 3 marzo, con cui il sindaco Stefano Miserocchi ha istituito una zona rossa intorno al punto interessato dalla frana.
Per quattro attività commerciali la stagione è finita: i ristoranti Chez Moi e Cristiania, il SuperG e il noleggio Lo Chalet hanno chiuso bottega, fine infausta di una stagione che aveva regalato grandi soddisfazioni e un boom di presenze.
La scuola di sci Monte Bianco, anch’essa evacuata dalla sua sede, fa invece sapere che continuerà l’attività.
Andrea Baccuini, titolare del SuperG, racconta: «La stagione stava andando alla grandissima, avevamo camere prenotate fino alla chiusura del comprensorio e non avevamo subito ricadute legate al Coronavirus. Poi è arrivata, un po’ improvvisamente, l’ordinanza: è stato complicato perché nel giro di tre ore abbiamo dovuto evacuare la struttura, che tra l’altro si trova al limite dell’area interdetta. Ma ovviamente la sicurezza viene prima di tutto e ci fidiamo delle considerazioni degli esperti».
Oltre alle ricadute economiche, preoccupa il destino dei circa 100 dipendenti delle attività coinvolte; Baccuini al riguardo aggiunge: «Purtroppo non possiamo accedere alla cassa integrazione o ad altri ammortizzatori sociali, perciò pagheremo gli stipendi dei nostri 44 dipendenti fino alla scadenza dei contratti. Sommando stipendi, merci deperite, ricollocamento dei clienti e mancati guadagni stimiamo perdite per alcune centinaia di migliaia di euro».
Per altre realtà più piccole il licenziamento è invece stata l’unica soluzione possibile: «Purtroppo non abbiamo avuto altra scelta, i costi erano troppo alti. Sommando tutto, stimiamo una perdita di circa mille euro al giorno» ammette dispiaciuto Daniel Mochet.
Nella disgrazia la comunità si è unita, come spiega Cristiano Blanchet, titolare del noleggio Lo Chalet: «Quando è uscita l’ordinanza abbiamo dovuto spostare tutti gli sci dei nostri clienti, conservati nei depositi, verso altri noleggi; in questa impresa titanica tutti ci hanno dato una mano, dalle altre attività del comprensorio alle funivie, e anche i clienti hanno capito la situazione e collaborato. Il danno economico sarà rilevante, ma capisco che non si possa fare altrimenti. Mi dispiace più che altro per i sei ragazzi che ho dovuto licenziare».
La solidarietà di Confcommercio
Vicinanza agli esercenti coinvolti è stata espressa da Confcommercio e dal suo referente per Courmayeur, Edoardo Melgara: «La nostra associazione ha chiesto al governo regionale l’istituzione di un fondo per aiutare gli imprenditori coinvolti da eventi di questo tipo. Mi sono confrontato con alcuni esercenti del Plan Checrouit e ho rilevato che le autorità si sono mosse un po’ all’improvviso, lasciando poco tempo per gestire magazzini e lavoratori. Ma questo non è il tempo delle polemiche: avvenimenti di questo tipo ci impongono di fiancheggiarci e trovare soluzioni condivise, anche in vista delle temibili conseguenze economiche del Coronavirus».
La disponibilità delle Funivie
A fugare qualsiasi speranza circa una possibile riapertura nel breve termine è Gioachino Gobbi, presidente di Courmayeur Mont Blanc Funivie: «La valutazione completa di quello che è successo e la progettazione di eventuali interventi si faranno quando la situazione sarà chiaramente visibile, ovvero allo scioglimento della neve. A quel punto faremo tutto il possibile per mettere in sicurezza l’area entro la prossima stagione invernale».
Riguardo all’evento franoso spiega: «Nessuno se lo aspettava, ma purtroppo frequentare la montagna significa imparare a convivere con la legge di gravità. Dopo la frana sono intervenuti i tecnici della Regione che hanno fornito le loro conclusioni e a quel punto è scattata l’ordinanza. Nessun impianto è stato danneggiato dalla frana! Il comprensorio è aperto, sicuro e con una neve spettacolare».
L’unica eccezione è la seggiovia Pra Neyron che, salvo un restringimento della zona rossa, resterà chiusa fino alla fine della stagione poiché uno dei piloni è a ridosso dell’area interdetta.
«Siamo a disposizione degli imprenditori coinvolti, li aiuteremo facendo tutto ciò che è possibile. Sono molto soddisfatto della collaborazione tra comune, funivie ed esercenti nella gestione dell’emergenza; temevo reazioni critiche e lamentose, e invece tutti si sono comportati razionalmente e si sono rimboccati le maniche, per il bene del comprensorio e di Courmayeur» conclude Gobbi.
(samuele belfrond)