Elezioni: presentata Rinascimento Aosta, Girardini sindaco e Balbis vice
Si alza il sipario sulla lista civica che vedrà l'imprenditore lanciarsi alla ricerca della fusciacca del capoluogo aostano; presentati anche i primi candidati
Giovanni Girardini candidato sindaco, Roberta Balbis, come anticipato da Gazzetta Matin, al suo fianco nel ruolo di vice e una prima lista di persone che rappresenta lo zoccolo duro di Rinascimento Aosta, la lista civica che punta a prendersi Aosta, presentata venerdì mattina all’HB Hotel.
I candidati
Partiamo proprio dai nomi di questa lista «assolutamente civica», ma che non disdegna di dialogare con altri, ma senza «mettersi a novanta – dice Giradini -. Non dobbiamo svenderci, ma aprirci alle idee, da destra a sinistra, estremismi esclusi».
Al fianco di Girardini e Balbis, come detto, correranno anche Eleonora Baccini, Andrea Balducci, Giovanni Seghi, Rocco Foti, Cristina Dattola, Enrico Allera Longo, Maddalena Cristiani, Federico Marchetti, Mrani Alaloui Ismael, Françoise Pennacchioli, Corrado Pallais, Luca D’Agostino, Roberto Di Francesco e Chiara Canonica.
«Gli altri arriveranno prossimamente – spiega ancora il candidato sindaco -. Nessuno di loro è alla ricerca di un lavoro, per cui devono capire come riusciranno a conciliare la vita familiare con quella lavorativa».
Il programma
Girardini, Balbis e Andrea Balducci parlano subito del programma.
«Partiamo un po’ in anticipo, ma in questa situazione di caos è giusto così, perché tutti pensano alla Regione, mentre noi ci concentriamo sul comune di Aosta».
Raggruppate «persone lontane dalla vecchia politica», Girardini punta al «rinascimento di Aosta, perché ce n’è tanto bisogno, sotto tanti aspetti, dopo il medioevo della città e delle politica».
Il candidato sindaco ha «il sano timore di non riuscire a fare tutto», ma pensa di avere «una squadra capace, scelta in base alle competenze e all’appartenenza a diverse categorie produttive. Tutti i quartieri devono essere degnamente rappresentati».
Aosta città giardino
Il programma è denso, ma «raccoglie cose da realizzare in cinque anni, basta con Aosta 2020, 2050, piano strategico, è tutto trito e ritrito, ma mai realizzato – continua Giovanni Girardini -. Basta riempirsi la bocca con argomenti che non vengono mai alla luce; c’è qualche sogno, anche perché non sognare è da sfigati».
Entrando un po’ più nei dettagli (l’analisi la troverete su Gazzetta Matin in edicola lunedì 2 marzo) Rinascimento Aosta punta al recupero di corso Battaglione Aosta per valorizzare l’area Megalitica, al recupero del Quatiere Cogne, al rilancio di Palazzo Cogne, alla creazione di spazi più vivibili e all’avvio «finalmente» del connubio con Pila, Gressan e Charvensod.
Mentre l’Arco d’Augusto «può anche non essere pedonalizzato se crea difficoltà», Girardini, Balbis e Balducci spingono per l’abbellimento dell’ingresso est, di piazza Giovanni XXIII, la valorizzazione della collina, sullo stop ai centri commerciali, sulla creazione di una “rete” cittadina”, sull’avvicinamento al web di tutte le età, sulla trasparenza da e verso la cittadinanza e sulla valorizzazione della cultura.
A questo si aggiunge il miglior sfruttamento di APS, la riorganizzazione dei parcheggi blu, un dialogo con la Diocesi per riappropriarsi di zone non utilizzate, di una promozione organica e, sostanzialmente, di un programma Green fatto di aree verdi, mobilità sostenibile e recupero di zone a fini aggregativi.
L’appoggio di Vittorio Sgarbi
In videoconferenza si collega anche Vittorio Sgarbi, in diretta dal consiglio regionale dell’Emilia Romagna.
«Sono contento di appoggiare questa candidatura solitaria di una persona acculturata e intelligente contro l’immobilismo e il mutismo dei partiti, soprattutto quelli allontanati dalle istituzioni dalla magistratura – attacca Sgarbi -. Bisogna rialzare la testa, non senza vaghe indicazioni, ma seguendo la parola Rinascimento: la più grande espressione umana, simbolo della grandezza italiana e di rinascita di un politica nuova, che vuole stare dalla parte della cultura, elemento fondamentale della realtà lavorativa italiana».
(alessandro bianchet)