Bimba morta a 17 mesi, disposta l’autopsia
La Procura di Aosta indaga quattro pediatri valdostani per omicidio colposo
Omicidio colposo. Questa l’ipotesi di reato per cui la Procura di Aosta ha iscritto nel registro degli indagati Marco Aicardi, Catherine Bertone, Adriana Bobbio e Manuela Ciocchini, i quattro pediatri che hanno visitato la bimba morta a 17 mesi lunedì all’ospedale Regina Margherita di Torino, dopo essere stata sottoposta a controlli svariate volte, invano, ad Aosta.
L’indagine
Il fascicolo aperto dal pm Francesco Pizzato (inizialmente per lesioni colpose, poi tramutato in omicidio colposo) punta a far chiarezza su quanto accaduto in quelle giornate frenetiche, tra gennaio a febbraio.
Il sostituto procuratore aostano ha predisposto, intanto, l’autopsia sul corpo della piccola e ha dato mandato all’aliquota della Polizia della polizia giudiziaria di sequestrare le cartelle cliniche della bimba (redatte sia ad Aosta che al Regina Margherita di Torino).
La storia
La triste storia della piccola, secondo quanto ricostruito dall’Ansa, era cominciata a cavallo tra gennaio e febbraio, con la prima visita pediatrica decisa a causa di una tosse e di una febbre che non ne volevano sapere di passare.
Preoccupati dalle condizioni della piccola, i genitori l’avevano portata al Beauregard di Aosta il 5 febbraio, per essere rimandati a casa dopo gli esami del sangue, effettuati per una presunta infiammazione delle vie respiratorie.
Condizioni ancora gravi avevano spinto i genitori a presentarsi anche il giorno successivo: altro pediatra, ma stesso esito, bimba rimandata a casa.
L’11 febbraio nuovo viaggio al pronto soccorso per presunti peggioramenti. La piccola, però, viene nuovamente dimessa, nonostante febbre e tosse ancora presenti.
Il tutto precipita la sera successiva. Nuova corsa all’ospedale pediatrico e quadro clinico che crolla, spingendo i responsabili a spostare la bimba prima al Parini di Aosta, poi al Regina Margherita di Torino.
La piccola soffre di grave insufficienza respiratoria e va in arresto cardiaco, condizioni che rendono vano ogni tentativo di salvarle la vita.
L’Usl vuole fare chiarezza
Ora anche l’Usl prova a far chiarezza sulla vicenda, predisponendo accertamenti interni.
(re.newsvda.it)