Memorial Spadino, i caschi rimangono a terra
Il Coordinamento italiano motociclisti annuncia la volontà di non organizzare più il Memorial in ricordo di Pierlucio Tinazzi, eroe e vittima del rogo nel Tunnel del Monte Bianco
Memorial Spadino: i caschi dei motociclisti rimarranno a terra.
Dopo la volontà espressa dall’Associazione familiare delle vittime del rogo del Monte Bianco, in occasione del ventennale della tragedia, di far calare il sipario sulle commemorazioni, anche il Cim, Coordinamento italiano motociclisti annuncia di non voler «proseguire oltre con il Memorial Spadino».
Il Memorial
Il motoraduno ha radunato, in vent’anni, ai piedi del Monte Bianco migliaia di motociclette provenienti da tutta Italia e dalla Francia, in una commovente cerimonia in onore di Pierlucio Tinazzi, l’addetto alla sicurezza della società italiana del traforo, che con la sua moto cercò di aiutare le persone intrappolate nella galleria, tra le fiamme, restando bloccato a sua volta e perdendo la vita nel suo gesto di solidarietà.
Fino al 2013 i motociclisti si radunavano sul piazzale italiano del traforo del Monte Bianco. «La manifestazione ha riscosso un interesse sempre più vasto – ricorda il Cim -, fino ad arrivare, nel 2013, a portare quasi 4.000 motociclette, di cui un gran numero provenienti dalla Francia».
Un’affluenza che era fonte di una serie di problemi per la sicurezza e la viabilità. Da qui la decisione di spostare la manifestazione a Courmayeur, sul piazzale del mercato di Dolonne, posticipandone la data di un mese per non sovrapporsi all’afflusso dei turisti per la stagione sciistica.
Con i cambiamenti calarono i numeri della partecipazione al Memorial anche se «il Cim ha sempre organizzato con entusiasmo questa manifestazione, fino alla edizione del 2019, la ventesima, quando abbiamo dovuto fare alcune constatazioni» scrivono i motociclisti in una nota.
La decisione di sospendere la manifestazione
Tra le ragioni della decisione di non continuare più il calo di partecipazione sia di motard italiani che francesi e alcuni spiacevoli episodi verificatisi nel corso dell’ultima edizione «Durante il trasferimento da Morgex, alcuni “motociclisti” hanno pensato che il corteo potesse essere una occasione per guidare in modo discutibile, con impennate e sorpassi azzardati, creando problemi di sicurezza agli altri partecipanti – si legge nella nota -. Non si può non pensare al fatto che in caso di incidenti durante una manifestazione di questo tipo, gli organizzatori sono i primi ad essere chiamati in causa. Considerando che il Cim ha sempre sostenuto l’importanza della guida responsabile, sarebbe assurdo essere coinvolti in una eventualità del genere».
Non da ultimo a pesare sulla decisione la volontà dell’associazione dei familiari delle vittime «di sospendere la loro commemorazione. Anche dalla famiglia di Pierlucio Tinazzi abbiamo percepito la volontà di non proseguire oltre con questa commemorazione pubblica».
I ringraziamenti
Il Coordinamento italiano motociclisti si congeda con alcuni ringraziamenti alla Geie-Tmb, i Comuni di Morgex e Courmayeur, le forze dell’ordine, i Motards en colère, i Celtics Roads di Aosta e un ricordo. «Ricorderemo sempre Elio Marlier, che ci ha sempre aiutato nell’organizzazione con passione e impegno. Resterà il ricordo di tutte le vittime del tunnel, tra cui Stefano Manno, anche lui motociclista di Aosta, rimasto intrappolato nel tunnel mentre lavorara sul suo autotreno e per i vigili del fuoco che sono deceduti durante gli interventi di soccorso».
«Per l’ultima volta alziamo i caschi per Spadino. Che il vento della libertà possa essere sempre con te».
(re.newsvda.it)