Crisi di governo: 13 cittadini lanciano l’appello per un’intesa istituzionale
Sì al ritorno alle urne in autunno dopo l'approvazione di una nuova legge elettorale
Crisi di governo. E dopo l’appello per una tregua istituzionale spunta quello di tredici cittadini per un’intesa istituzionale a Palazzo regionale. A firmarlo Ornnella Canesso, Piero Ferraris, Mauro Fioravanti, Paolo Momigliano Levi, Fabio Protasoni, Guido Piovano, Giacinta Prisant, Elio Riccarand, Dina Squarzino, Eugenio Torrione, Ugo Venturella, Ilio Viberti, Cleta Yeuillaz.
Le urgenze
Si appellano al Consiglio Regionale e chiedono, nell’interesse dell’intera comunità regionale, di approvare la riforma della forma di governo; la norma di attuazione per l’idroelettrico a tutela delle acque valdostane; la proposta di riforma della legge 6 / 2014 sull’esercizio associato dei servizi comunali; una riforma del Regolamento del Consiglio Valle; la legge regionale istitutiva dell’Osservatorio antimafia.Auspicano «la realizzazione da parte del Consiglio regionale di un lavoro condotto con uno spirito costituente»; la nascita di una Giunta unitaria con il compito di accompagnare e portare a compimento questa breve stagione di lavoro legislativo su cui fondare una nuova fase della vita politica e amministrativa; da avviare con le elezioni regionali anticipate in autunno con cui riprenderà la normale dialettica democratica fra maggioranza e minoranza».
«Quella cui assistiamo è una crisi superabile solo con spirito unitario, oltre la logica delle sterili contrapposizioni. L’Autonomia della Valle d’Aosta e il suo avvenire oggi dipendono anche da questa assunzione di responsabilità».
Le motivazioni
Motivano così l’appello. «Le indagini Geenna e Egomnia hanno evidenziato la presenza, attiva ormai da molti anni, di cosche mafiose operanti in Valle d’Aosta; queste agiscono per infiltrarsi in importanti luoghi decisionali in modo da ricavarne vantaggi illeciti per i loro sodalizi. Dalle carte emerge che esponenti politici di vari raggruppamenti si sono rivelati disponibili a contatti; comportamenti inquietanti e pericolosi che la magistratura sta vagliando. Una vicenda che ha avuto un impatto enorme; che impone alla politica valdostana una capacità di reazione forte, assumendo provvedimenti e ricercando strumenti adeguati per contrastare il fenomeno.
Gli accadimenti di questi ultimi mesi caratterizzati dalle dimissioni del Presidente della regione e altre figure di primo piano della vita politica e amministrativa sollecitano la necessità del ricorso ad un voto anticipato rispetto alla scadenza elettorale naturale. È una esigenza improrogabile che deve rispondere alla diffusa domanda di rinnovamento.
Quanto accaduto in questi ultimi mesi si accompagna però a una lunga stagione di instabilità politica che mina la forza e la coerenza di una azione di governo necessaria e indispensabile ad assicurare all’intera comunità regionale le condizioni di coraggiose e lungimiranti politiche per lo sviluppo economico, culturale e territoriale. Il ricorso alle urne, non può quindi avvenire in un modo affrettato sulla base delle vecchie regole elettorali che hanno dimostrato di non garantire la necessaria stabilità politica.Si tratta di una motivata preoccupazione in una Regione che ha bruciato ben otto maggioranze e altrettante Giunte regionali in sei anni e mezzo.
A pagare il prezzo più alto di questa situazione di precarietà è il mondo del lavoro, la scuola, la sanità, l’assistenza agli anziani, il terzo settore, ovvero la parte più esposta della nostra società verso la quale invece dovrebbe essere più alto il nostro senso di responsabilità.
(re.newsvda.it)