Gressoney-Saint-Jean: la testimonianza dell’attacco di un branco di lupi
Il fatto è avvenuto sabato 11 gennaio alle 4 del mattino
Gazzetta Matin, sul numero di lunedì 13 gennaio, ha raccolto la testimonianza dell’attacco di un branco di lupi ai danni di un capriolo a Gressoney-Saint-Jean. L’attacco è avvenuto a pochi metri dalle abitazioni.
A raccontare l’accaduto è Renato De La Pierre, titolare dell’omonimo residence, che definisce la scena «raccapricciante».
Il racconto: «E’ stato tutto rapidissimo e scioccante»
Il fatto è avvenuto intorno alle 4 di mattina di sabato 11 gennaio. «Sono stato svegliato da brutti versi, quasi feroci e ho pensato a una lite tra gatti, con quelle grida stridule – racconta De La Pierre –. Invece, affacciandomi sul prato davanti casa, favorito dalla luna piena, ho visto quattro lupi che rapidamente hanno atterrato e sbranato un capriolo. Non credo ci siano dubbi sull’animale».
«E’ stato tutto rapidissimo e scioccante. Subito dopo ne sono arrivati altri quattro, forse un po’ più piccoli che hanno preso un pezzo di capriolo e si sono scostati. Non sono rimaste neppure le ossa, soltanto i brandelli di pelliccia e vistose macchie di sangue» continua l’uomo.
De La Pierre aggiunge: «Che paura, se penso il giorno prima i miei nipotini insieme ad altri bambini erano proprio sul quel prato a giocare col bob».
«I lupi a lungo nel prato»
Il racconto prosegue con altri dettagli. «Erano davvero a pochi metri dalle finestre di casa – spiega –. Ho anche tentato di spaventarli accendendo e puntando un grosso fanale, ma niente, hanno continuato a gironzolare sul prato indisturbati per lungo tempo. Due si sono allontanati per primi, poi anche gli altri si sono dileguati».
«Necessario trovare una soluzione»
Renato De La Pierre, quindi, conclude. «È la prima volta che un fatto del genere avviene qui, in un posto molto frequentato. So che l’argomento è scottante ed è al centro del dibattito politico. Ma ritengo che al più presto sia necessario trovare una soluzione che favorisca la convivenza perché il rischio è che la montagna venga abbandonata. Non è stato uno bello spettacolo, soprattutto pensando che il giorno prima dei bambini piccoli stavano giocando tranquilli su quel prato».
(cinzia timpano)