Geenna: Raso e Giachino chiedono di tornare in libertà
Entrambi gli imputati hanno reso spontanee dichiarazioni nel corso della terza udienza preliminare.
Udienza flash a Torino per la terza preliminare davanti al gup Alessandra Danieli. Nell’aula “bunker” del Tribunale torinese oggi, venerdì 10 gennaio, è andata in scena la terza puntata del procedimento penale nato dall‘operazione Geenna su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.
A quanto appreso, in aula ha reso spontanee dichiarazioni il ristoratore Antonio Raso. In collegamento dal carcere di Opera, dove è rinchiuso da quasi 12 mesi perché accusato di associazione mafiosa, Raso (difeso dagli avvocati Pasquale Siciliano e Ascanio Donadio), dopo aver proclamato la sua innocenza, ha ricostruito il suo vissuto lavorativo per poi prendere le distanze dalla mafia calabrese. «Non so nulla della ‘ndrangheta», avrebbe detto.
E anche Alessandro Giachino (difeso dall’avvocato Claudio Soro e accusato di 416 bis) avrebbe preso la parola.
Sempre in base a quanto trapelato dall’aula, i legali di Giachino e Raso avrebbero depositato un’istanza di “libertà” per i due imputati (finiti in carcere dal 23 gennaio scorso). In entrambi i casi, i pm della DDA di Torino hanno espresso parere contrario; ora la decisione spetta al gup.
La prossima udienza è stata fissata per il 17 gennaio, quando presumibilmente il gup deciderà se disporre il rinvio a giudizio. Sempre il 17, prenderà invece il via l’udienza preliminare per Bruno Nirta, la cui posizione era stata stralciata per un errore di notifica.
(f.d.)