Saint-Vincent: nove consiglieri abbandonano l’aula, Mussolini resta cittadino onorario
Il presidente del Consiglio Ciambi stigmatizza il comportamento e ricorda che le vie legali sono due: mozione di sfiducia o dimissioni
I consiglieri del gruppo misto (sei) e i rappresentanti dell’Union valdôtaine-Stella Alpina hanno abbandonato il Consiglio comunale di Saint-Vincent nella serata di ieri, lunedì 30 dicembre, facendo saltare il numero legale. Sono rinviati a fine gennaio – il 27 è convocata la seduta per la discussione del bilancio di previsione – i punti sull’azzeramento dell’addizionale Irpef e gli sconti della bolletta idrica.
Continua il braccio di ferro tea il sindaco Mario Borgio – i cui numeri sono ridotti a otto – e le due opposizioni. Al punto tre, i nove consiglieri hanno alzato i tacchi.
Le motivazioni
Così Maurizio Castiglioni nell’abbandonare l’aula. «Già due variazioni di bilancio sono state, nell’ultimo mese, respinte dal Consiglio Comunale e il buon senso avrebbe imposto, nel frattempo, a sindaco e vice di rassegnare le dimissioni: questo ci si aspetta da un’amministrazione responsabile e numericamente non autonoma, per favorire il sorgere di un clima più sereno, meno conflittuale e incerto, in vista delle prossime elezioni. Registriamo invece, come purtroppo capita sempre più spesso a tutti i livelli politici italiani, un attaccamento alla poltrona quasi “maniacale”».
Rincara. «Per quanto attiene l’eliminazione dell’addizionale Irpef, introdotta da altri cinque anni fa, rileviamo che è stata da voi sfruttata spesso in maniera inefficace. Adesso, con mossa demagogica, se ne propone l’eliminazione per prolungare la vita di un’amministrazione giunta al capolinea».
Il rammarico del presidente del Consiglio
Il presidente dell’assemblea Paolo Ciambi in una nota esprime il suo rammarico. «Esprimo rincrescimento per la scelta di nove consiglieri comunali dell’assemblea cittadina di Saint-Vincent che presiedo. Nell’adunanza di ieri, lunedì 30 dicembre, i consiglieri Maurizio Castiglioni, Francesco Favre, Marco Fortis, Stefano Lovato, Massimo Martini, Ruggero Meneghetti, Giacinta Merlin, Valerio Negro e Lucia Riva hanno abbandonato l’aula prima della discussione del terzo punto all’ordine del giorno, facendo così mancare il numero legale per la prosecuzione dei lavori.
La legge offre ai nove consiglieri gli strumenti per esprimere il proprio netto dissenso nei confronti della Giunta guidata dal sindaco Mario Borgio: le loro contemporanee dimissioni dal Consiglio comunale o l’approvazione di una mozione di sfiducia. Invece, annullare la validità di una seduta facendone mancare il numero legale significa rifiutare il confronto democratico in un’assemblea rappresentativa: un’azione teatrale che indica poco rispetto per le istituzioni e la ricerca di una politica-spettacolo vuota di contenuti.
Mussolini resta cittadino onorario
Particolarmente grave il rifiuto di discutere il disconoscimento della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, al quindicesimo e ultimo punto dell’ordine del giorno (con una semplice votazione, si sarebbe potuto anticipare al terzo punto). Il documento era un atto simbolico e molto significativo, recentemente adottato da molti grandi Comuni fra i quali Bergamo, Empoli e Mantova nonché annunciato dal Consiglio comunale di Aosta. Il momento storico impone che le istituzioni colgano ogni occasione per ribadire la ferma opposizione rispetto a ogni fascismo, palese o mascherato. Quale presidente del Consiglio comunale di Saint-Vincent intendo comunque iscrivere nuovamente il documento all’ordine del giorno della prossima convocazione dell’assemblea cittadina.
(da.ch.)