Geenna: per i politici imputati si profila il rito ordinario
Hanno invece chiesto l'abbreviato i fratelli Roberto Alex e Marco Fabrizio Di Donato e Francesco Mammoliti.
Geenna: per i politici imputati si profila il rito ordinario. Spetta ora al gup stabilire il rinvio a giudizio o il “non luogo a procedere”.
Seconda udienza preliminare nel procedimento nato dall’operazione Geenna, incentrata su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto economico e sociale della Valle d’Aosta. In mattinata, il gup di Torino Alessandra Danieli si è pronunciata sulla questione delle costituzioni di parte civile.
Mentre per Libera (avvocato Valentina Sandroni) e i comuni di Aosta (avvocato Gianni Maria Saracco) e Saint-Pierre (Giulio Calosso) il semaforo è stato verde, il gup non ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile della Regione (avvocato Renzo Cocchi) a causa di un vizio formale.
Nel pomeriggio, invece, undici imputati hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato; tra questi, i fratelli Roberto Alex e Marco Fabrizio Di Donato e Francesco Mammoliti. I tre sono accusati di associazione mafiosa e, a gennaio, erano stati raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Silvia Salvadori e chiesta dai pm della DDA di Torino, Stefano Castellani e Valerio Longi.
Si profila invece il rinvio a giudizio (o il non luogo a procedere) con rito ordinario per Monica Carcea (ex assessora di Saint-Pierre, accusata di concorso esterno), Marco Sorbara (ex assessore ad Aosta e attuale consigliere regionale sospeso, accusato di concorso esterno), Nicola Prettico (consigliere comunale di Aosta, presunto membro del Locale), Antonio Raso (noto ristoratore aosta, imputato per 416 bis) e Alessandro Giachino (dipendente del Casinò de la Vallée e presunto sodale). Per loro, è possibile che il processo sia spostato ad Aosta davanti al Tribunale collegiale.
Giancarlo Leone (accusato di favoreggiamento) e Francesco D’Agostino hanno chiesto di patteggiare rispettivamente un anno e sei mesi e due mesi.
La posizione di Bruno Nirta (accusato di essere un membro del Locale) era invece già stata stralciata per problemi di notifica, quindi il procedimento a suo carico deve ricominciare.
Durante l’udienza, alcuni imputati hanno preso la parola. Tra questi, Roberto Alex Di Donato che, secondo quanto riporta l’Ansa, avrebbe detto: «Io non sono mai stato, non sono e non sarò mai un ‘ndranghetista. A me la ‘ndrangheta fa schifo».
La prossima udienza preliminare è stata fissata per gennaio.
(f.d.)