Cogne acciai speciali, Arpa VdA: «Non sorprende intervento di Arpa Piemonte»
In una nota, l'Agenzia valdostana prende posizione in riferimento all'ispezione ordinata dalla Procura di Aosta nell'acciaieria.
«Non sorprende l’intervento di ARPA Piemonte a supporto del NOE di Torino, essendo questa l’Agenzia di loro diretto riferimento, e non avendo peraltro ARPA VdA, come da normativa regionale, personale con qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria». Così l’Agenzia valdostana in riferimento all‘ispezione – ordinata dalla Procura di Aosta – nello stabilimento della Cogne acciai speciali.
Lo stabilimento CAS, in quanto assoggettato ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), è sottoposto ad un Piano annuale di controlli, approvato dall’Autorità competente nell’ambito del contesto normativo nazionale e di criteri di valutazione condivisi a livello nazionale: tale programma definisce tipologia e numero dei controlli annuali sulle diverse fonti di impatto ambientale (emissioni in atmosfera, scarichi, rumore). «Nell’ambito di questo piano – sostiene l’ARPA VdA -, il Corpo Forestale Valdostano con il supporto tecnico dell’ARPA VdA effettua controlli a sorpresa, cioè in date non comunicate all’azienda, durante i quali vengono verificati, mediante misure e prelievo di campioni per analisi di laboratorio, le emissioni in atmosfera, gli scarichi idrici, la gestione dei rifiuti, le emissioni di rumore. Vengono inoltre effettuati vari controlli a livello documentale».
Sempre nella nota, l’Agenzia valdostana precisa: «La contaminazione, principalmente da cromo VI, del suolo delle aree CAS e delle aree EX-Cogne e della falda sottostante tali aree ed a valle delle stesse è da tempo nota e conclamata, come riportato anche nelle pubblicazioni dell’Agenzia. Dal 2006 queste contaminazioni sono oggetto di un procedimento per sito contaminato ai sensi del dlgs. 152/2006, che coinvolge vari enti, tra cui Regione, Comuni di competenza, Corpo Forestale della Valle d’Aosta, USL, ARPA, finalizzato alla definizione della contaminazione, al suo contenimento ed alla sua successiva bonifica. Nell’ambito di questo procedimento la contaminazione della falda è periodicamente monitorata (4 monitoraggi all’anno). I dati relativi ai monitoraggi ARPA sono disponibili sul sito dell’Agenzia. Per quanto riguarda i corsi d’acqua, la rete di monitoraggio dell’ARPA Valle d’Aosta comprende un punto di prelievo circa 200 metri a valle dello scarico del depuratore interno dello stabilimento CAS. Il protocollo analitico applicato sulle acque prelevate in questo punto comprende anche i metalli. Non sono mai stati rilevati superamenti dei valori di riferimento».
L’indagine della Procura
Il sostituto procuratore Eugenia Menichetti sta indagando per inquinamento ambientale, del suolo e delle acque. Nei prossimo giorni proseguiranno i campionamenti all’interno dello stabilimento della CAS.
Secondo quanto riporta l’Ansa, il decreto penale di condanna chiesto al giudice nei mesi scorsi dal pm riguarda il presunto superamento dei limiti dell’inquinamento acustico. Il procedimento relativo al mancato rispetto della normativa sulle emissioni in atmosfera – contrariamente a quanto si era appreso in un primo momento – è invece sospeso: in questi casi il reato si estingue quando il contravventore adempie alla prescrizione e paga la sanzione pecuniaria.
Gli indagati nell’inchiesta per inquinamento delle acque e del suolo sono l’amministratore delegato Monica Pirovano e quattro dirigenti che hanno deleghe all’ambiente: Rosario Langella (non più in servizio nell’azienda), Flavio Bego, Ferruccio Trombini e Lorenzo Viotto.
(f.d.)