Aosta dà la cittadinanza onoraria a Liliana Segre e stigmatizza quella a Mussolini
Approvato un ordine del giorno "composito", in cui si prova anche a fare una marcia indietro sulla cittadinanza onoraria concessa nel 1924 al duce
Cittadinanza onoraria alla senatrice a vita e sopravvissuta all’Olocausto Liliana Segre, disconoscimento, con possibile cancellazione futura, di quella a Benito Mussolini, che resisteva dal 23 o 24 maggio 1924.
L’iter
Dopo un rinvio e oltre un’ora di “riunione” per limare le distanze, è questo l’esito dei due ordini del giorno presentati Josette Borre (UV), Michele Monteleone (PD), Jeannette Migliorin (SA), Sara Dosio (Gruppo misto di maggioranza) e Carola Carpinello (Altra VdA), Loris Sartore, Giuliana Lamastra e Giampaolo Fedi (Rete Civica), poi confluiti in uno solo, e che vedono anche il Comune di Aosta iscriversi tra i “sostenitori” della senatrice a vita, presa di mira da messaggi di odio sul web e non solo.
Al centro delle richieste, appunto, la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, ma anche solidarietà nei suo confronti, sostegno al percorso della Commissione istituita dal Senato della Repubblica, impegno a una sensibilizzazione culturale e civica contro il razzismo e la xenofobia (con tanto di serata di confronto aperta alla popolazione), nonché l’impegno a sollecitare il Parlamento per il completamento della legislazione in contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, facendo al contempo rispettare la legge vigente in materia.
Il documento
«Da due ordini del giorno diversi, ma su uno stesso argomento e con le stesse sensibilità siamo giunti a un solo documento – sottolinea una delle proponenti, Carola Carpinello -. Il discorso relativo alla cittadinanza onoraria conferita a Mussolini abbiamo deciso di metterlo nelle premesse, per questo ho accettato di toglierlo dall’impegnativa. Farò comunque delle ricerche approfondite in merito e, se dovessi riscontrare l’esistenza di documenti che attestino l’esistenza della cittadinanza onoraria per il Duce farò immediatamente un’iniziativa per revocarla. Intanto, evidenziamo il disconoscimento di questa roba».
Il caso
L’accordo (approvato con l’astensione di Lorenzo Aiello e 26 si), come detto, è arrivato al termine di un dibattito diviso in due tranche, che ha portato alla redazione di un documento unitario, la cui necessità è scaturita dopo l’emergere di un “caso”, sollevato nella giornata di mercoledì dal consigliere del Carroccio, Etienne Andrione.
«Ricordo nel 1922 molti consigli comunali, ben 842, tra cui Aosta, furono sciolti da Benito Mussolini, che si fece dare la cittadinanza onoraria – aveva evidenziato il consigliere leghista, in risposta alla prima presentazione dei due ordini del giorno -. Ad Aosta avvenne il 23 o 24 maggio del 1924; insomma, grazie alla nomina di un commissario prefettizio, il Duce fu nominato cittadino onorario (cosa che resiste tutt’oggi, così come a Brusson, Challand-Saint-Anselme, Gressan, Gressoney-Saint-Jean, Hône, Montjovet, Nus, Quart, Torgnon e Villeneuve ndr.) quindici giorni prima dell’omicidio di Giacomo Matteotti. Tutto questo senza una volontà popolare».
Andrione è andato oltre. «Mi soffermo sul Manifesto della Razza – aveva continuato il consigliere del Carroccio -, perché è l’annuncio di ciò che accadrà in seguito, ciò di cui è stata vittima anche la senatrice Segre. Il capo del governo, allora, così come lo era al momento di darsi la cittadinanza onoraria, era Benito Mussolini. Credo, perciò, che sia una mancanza di rispetto dire alla Segre di unirsi al nostro pantheon: si valuti se aggiungere un paragrafo in cui contestualmente revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini».
Questo ha sparigliato le carte e ha spinto a rinviare il tutto a oggi, dove alla lunga è arrivato il via libera.
I voti
«Non è stato facile mettere insieme sensibilità diverse – sottolinea ancora Carpinello -, ma per una volta abbiamo fatto un buon lavoro. Sono contenta che questi ordini del giorno si siano fusi. Possiamo dire che in mezzo a un periodo né facile né bello, possiamo aver scritto un pezzettino di orgoglio da rivendicare».
«Siamo favorevoli – sottolinea Loris Sartore (Rete Civica) -. Qualcuno dice che non ce n’è bisogno, ma sottolineo ancora una volta che ci sono rigurgiti fascisti, antisemiti e xenofobi, per questo ritengo che sia necessario adottare un ordine del giorno come questo».
«La Shoah è una cosa assolutamente contemporanea – sottolinea l’assessore Carlo Marzi, annunciando il sì di Stella Alpina -, perché permette in maniera emblematica di esemplificare il concetto della banalità del male. Se qualcuno studiasse le scelte che poi portarono ad Auschwitz, scoprirebbe che si partì da delle idee, per poi arrivare a parlare di pezzi e non di esseri umani. Mai come in questo momento abbiamo la dimostrazione che si sta tentando di banalizzare nuovamente il male, portandolo a una spersonalizzazione, per questo appoggiamo iniziative simili».
Astenuta Casapound
L’astensione, abbastanza scontata, arriva da Lorenzo Aiello di Casapound, che evidenzia il suo pensiero: «La spirale di odio che si è venuta a creare è stata indotta, ma porgo la mia solidarietà alla senatrice Segre, sottolineando però che i dati dell’osservatorio, prima di questi messaggi, non rappresentavano tutto questo odio che si è poi autoalimentato – esclama -. Non condivido nemmeno la base su cui si sostiene tutta l’iniziativa, visto che la Commissione Segre è stigmatizzata anche da una parte della comunità ebraica. Il significato di hate speech non è mai esplicitato e potrebbe essere applicato a tutto, anche a chi solitamente è accusato di queste cose».
Aiello, però, non vota contro «perché porto rispetto per la figura di Liliana Segre – conclude -, ma questa gara a tirarla per la giacchetta, visto che è stata già giustamente nominata senatrice a vita, mi pare un teatrino di cui non voglio far parte».
(alessandro bianchet)