Pronto soccorso: Valle d’Aosta quarta regione italiana per tasso d’accesso
Con circa 392 accessi ogni mille abitanti, la nostra regione rimane dietro solamente a Bolzano, Emilia Romagna e Liguria.
Pronto soccorso: VdA quarta regione italiana per tasso d’accesso.
«Gli utenti che utilizzano in modo improprio il Pronto soccorso toglie risorse a chi ne ha davvero bisogno». Lo ha detto il direttore del Dipartimento emergenza, rianimazione e anestesia dell’Usl VdA Luca Montagnani.
Nel corso di una conferenza stampa andata in scena giovedì 14 novembre negli uffici dell’Usl di Aosta, è emerso che la Valle d’Aosta è la quarta regione italiana per tasso di accesso al Pronto soccorso; dietro solamente alla provincia autonoma di Bolzano, all’Emilia Romagna e alla Liguria, con 392 accessi ogni mille abitanti.
Come se non bastasse, la struttura registra «come nel resto d’Italia, una grave carenza di personale, quindi cerchiamo risposte efficaci ed efficienti per l’utente», ha affermato Montagnani. Il direttore ha poi aggiunto: «È importante trasmettere il messaggio che, oltre al Pronto soccorso, per i codici bianchi vi sono alternative, come gli ambulatori ad accesso diretto».
Stefano Podio, direttore della Struttura Complessa Medicina e Chirurgia d’accettazione e Urgenza, ha aggiunto: «La mission del Pronto soccorso è affrontare situazioni di urgenza ed emergenza. La realtà valdostana, però, è ben diversa. Abbiamo circa 52 mila accessi all’anno, di cui circa il 40% è in codice bianco. Il nostro invito è quello di utilizzare le strutture territoriali, come gli ambulatori ad accesso diretto». In Valle ne esistono 4: ad Aosta, Donnas e Verrès (aperti dalle 14 alle 20) e a Morgex (dalle 12 alle 18).
Sul punto, è anche intervenuto il direttore dell’Area territoriale dipartimenti 1 e 2 Leonardo Iannizzi. «Qui in Valle è emerso che il tasso più alto di accessi al Pronto soccorso si registra nelle zone più vicine all’ospedale. Gressoney, invece, (cioè la zona più lontana in Valle ndr) è dove il tasso è più basso. Questo significa che entrano in campo vari fattori».
Tra le principali azioni volte a rispondere al problema del sovraffollamento in Pronto soccorso, vi sono la nuova gestione del triage e l’attivazione di un ambulatorio infermieristico che sottopone il paziente ai primi accertamenti diagnostici.
All’incontro con gli organi di informazione, erano presenti anche il direttore sanitario Pier Eugenio Nebiolo e i direttori di vari reparti coinvolti: pronto soccorso (Stefano Podio), area territoriale (Leonardo Iannizzi), analisi e laboratorio (Massimo Di Benedetto) e 118 (Giovanni Luca Cavoretto).
Sempre durante la conferenza, è stato spiegato che il sistema sanitario regionale, dal 4 novembre, si è dotato di un sistema di alert per i pazienti esterni all’ospedale sulle analisi emato-chimiche. Qualora in sede di esami emerga un valore “critico” (inserito in una lista composta da 23 voci), il 118 contatta telefonicamente il paziente. Ricevuta la segnalazione quindi, il 118 «entro un’ora chiama il paziente – ha spiegato Cavoretto – e se non lo troviamo subito, la procedura prevede un tentativo ogni dieci minuti. Se anche allora non riusciamo a raggiungerlo, si valuta se mandare un’ambulanza o avvertire le forze dell’ordine».
(f.d.)