Saint-Christophe: scoperta una vigna di 300 anni, è della famiglia Grosjean
Sono stati ritrovati importanti documenti, uno del 1714 e l’altro del 1777
Sono stati ritrovati importanti documenti, uno del 1714 e l’altro del 1777. Testimoniano i 300 anni del Cru Rovettaz e della Vigna Merletta. La storia della famiglia Grosjean e dei loro vini si interseca ancora di più con la storia del territorio e della viticoltura di montagna. A custodirli era la parrocchia di Saint- Christophe e a scovarli Rudy Sandi, ampelografo e grande appassionato della storia della viticoltura valdostana, autore tra l’altro di un importante testo di approfondimenti (2014) del saggio “Sulle viti e sui vini della Valle d’Aosta” di Lorenzo Francesco Gatta del 1836; ancora oggi punto di riferimento per la viticoltura di chez nous.
I commenti
«Sento da anni il dovere di smentire con fatti storici i cliché che ci sono sulla viticoltura valdostana; su come molti pensino che sia un fenomeno recente e improvvisato». A parlare Sandi. Motiva così le sue ricerche. «La nostra viticoltura ha una storia importante, tra le prime testimonianze con riferimenti bibliografici, ne troviamo addirittura nel 6 secolo dopo Cristo». «Questo ritrovamento è molto emozionante per noi oltre che importante». Parola di Hervé, terza generazione di vignerons di casa Grosjean. «Ci mostra ancora una volta che le scelte dei nostri genitori e di nonno Dauphin di piantare la vigna in zone incolte valutandone il terreno, l’esposizione per produrre vino di qualità sono state lungimiranti; in questo caso riguardano due zone dove i documenti testimoniano che la vigna esisteva già; che aveva il nome che ancora oggi la contraddistingue».
In particolare nel vigneto Merletta, proprio sotto la chiesa di Saint-Christophe, oggi si coltiva il Fumin, vitigno autoctono a bacca rossa. Tutta la produzione di questo fazzoletto di terra è destinata da qualche anno al mercato americano; una bottiglia di Fumin si può trovare oltreoceano anche a 60- 70 dollari.
Questo è stato possibile grazie a Neal Rosenthal, forse il più grande importatore americano, che nel 2003 si è presentato in incognito in cantina per degustare i vini e che da allora ha fatto conoscere le eccellenze della maison negli Usa, in particolare i vini da vitigni autoctoni come la Premetta e il Cornalin, ben il 25% della produzione di Grosjean vins è destinata al mercato americano.
(simonetta padalino)