Regione: per Ferrero la fusione tra Coup e Nuv non s’ha da fare
Il capogruppo di Mouv' ha parlato di un'iniziativa pericolosa e immotivata
La creazione della società Invald, nata dalla fusione delle partecipate Coup srl e Nuv srl, è «un’iniziativa arbitraria; pericolosa e immotivata, dato che unisce due società partecipate; ciascuna ha manifestato gravi problemi di gestione». Lo ha sostenuto oggi il capogruppo di Mouv’, Stefano Ferrero, presentando una interpellanza sulla costituzione della nuova partecipata. Ha espresso forti perplessità sull’operazione. «Abbiamo una persona zoppa e una che ha grossi problemi alla schiena e noi le mettiamo assieme. Ecco la pensata di Finaosta. Volete tutti fare da padrini a questa creatura Frankenstein. Ma chi ci mettete dentro?». Facendo leva sull’ironia, Ferrero ha paragonato «questa possibile fusione ad un connubio tra una lumaca e una tartaruga dalla quale ha detto non può certo nascere una lepre».
Lotte intestine
Ferrero, fuori dalle dichiarazioni in aula, ha lasciato trasparire «il sospetto che l’attuale stop al processo di fusione nasconda lotte intestine alla maggioranza circa le nomine ai vertici della Invald, sia che la guida della società venga affidata ad un amministratore unico, sia, come sembra la tesi prevalente, la gestione possa essere affidata ad un consiglio direttivo a tre». Circola tra i possibili papabili alla giuda del nuovo soggetto il nome di Massimo Lévêque. «Spero non ci siano sempre i soliti nomi tra i possibili promossi. Non vorrei che le forze politiche che una volta erano ostili a queste nomine, passate in maggioranza, abbiano cambiato idea e sostengano nomine come quella di Bruno Milanesio. E’ ora di dare regole chiare alle partecipate regionali, società che continuano ad evidenziare inidoneità agli scopi per le quali sono state istituite».
La replica
L’assessore alle finanze, Renzo Testolin, ha spiegato che «il processo di fusione tra le due società è stato avviato dalla delibera 234 del 19 dicembre 2018 di questo Consiglio regionale, che agisce nell’ottica della razionalizzazione della gestione delle società partecipate, anche rispondendo alle indicazioni della Corte dei conti».
(a.c.)