Discarica Chalamy: petizione online e striscioni di protesta
Una pagina Facebook, una petizione online e in vari punti vendita dei paesi circostanti e striscioni di protesta per la discarica Chalamy
La discarica Chalamy fa rumore.
Ancora prima che il sito di stoccaggio di inerti o «o rifiuti speciali non pericolosi» diventi operativo i cittadini dei paesi coinvolti (Issogne su cui sorge l’ex cava in località Mure, Champdepraz al confine, e Verrès, nelle immediate vicinanze) si mobilitano «per evitare un’altra Pompiod».
Dopo due incontri pubblici affollati, venerdì 18 a Issogne il 25 a Champdepraz, è nato un comitato spontaneo di cittadini che si è fatto portavoce delle preoccupazioni e promotore della protesta. Il comitato “La Valle non è una discarica” organizza inoltre per lunedì 4 novembre, alle 20.30, nel salone Bonomi di Verrès, un nuovo incontro con la popolazione per parlare della petizione popolare.
La petizione
Lunedì è stata aperta la pagina Facebook “La Valle non è una discarica” che ha dato il via alla petizione online su Change.org per «evitare i disagi, i danni, ma soprattutto i rischi derivanti dallo smaltimento in discariche private per inerti, poste a ridosso di centri abitati,di polveri, ceneri, vernici e fanghi prodotti in impianti industriali fuori dalla Valle d’Aosta».
L’appello online all’amministrazione regionale ha già totalizzato, alle 14 di giovedì 31 ottobre, 502 firme, e si stanno moltiplicando in queste ore gli esercizi commerciali e gli studi privati (i due tabacchini a Verrès, la clinica veterinaria, al momento) che accolgono la petizione perché possa firmarla anche chi non ha accesso al web, inoltre, sabato 2 novembre il comitato sarà davanti al Conad di Verrès con un banchetto.
Le richieste del comitato
Il comitato “La Valle non è una discarica” chiede all’amministrazione regionale:
- 1. ammettere nelle discariche per rifiuti inerti della Valle d’Aosta esclusivamente rifiuti inerti come definiti dalla Tabella 1 dell’Art.5 del D.M. 27 settembre 2010
- 2. non consentire l’apertura della discarica per rifiuti inerti di Chalamy perché: a. non dà adeguata garanzia di poter accogliere in sicurezza più di 100 tipi diversi di rifiuti industriali, che per le ingenti quantità di inquinanti presenti non è possibile prevedere interazioni e contaminazioni (vedi Principio di Precauzione – art. 301 del D. Lgs. 152 e parere Arpa del 09.06.2010); b. mette a rischio la salute delle comunità limitrofe (vedi l’art. 41 della Costituzione: “L’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”), in particolare quella dei bambini e del personale delle scuole dell’infanzia e primaria situate a poche centinaia di metri dalla discarica, tenendo conto che la zona è particolarmente ventilata; c. sorge in un’area esondabile, instabile e alluvionabile (vedi delibera n. 579 dell’1.03.2004 e prgc con la delibera n. 2939 del 10.10.2008). La discarica trovandosi all’interno di un’area a rischio idrogeologico non rispetta le indicazioni dell’Allegato 1, paragrafo 1.1 del D.Lgs 36/2003;d. danneggia le attività agricole e gli allevamenti ubicati nei terreni confinanti, nonché l’immagine del Parco Naturale regionale del Mont Avic (“Sito di importanza comunitaria e Zona di protezione speciale nell’ambito di Natura 2000”), andando a vanificare gli investimenti pubblici eseguiti a sostegno delle predette attività;e. svaluta i terreni e le proprietà immobiliari che sorgono nelle aree circostanti.
- 3. chiudere la discarica per rifiuti inerti di Pompiod, di bonificarne l’area e di sottoporla a recupero ambientale perché: a. mette a rischio la salute delle comunità limitrofe vedi i punti 2.a e 2.b; b. sorge in una zona molto prossima a delle abitazioni, ad una grotta per la stagionatura di fontine, a stalle, e aziende, a vigneti Doc, prati foraggeri, frutteti e attività apistiche. c. danneggia l’immagine del vicino sentiero storico e naturalistico Rû d’Arbérioz recentemente restaurato per lo sviluppo del turismo pedonale, ciclabile e ippico; d. mette a rischio otto specie di pipistrelli in una località dichiarata “Sito di importanza comunitaria e Zona di protezione speciale nell’ambito di Natura 2000”, la rete ecologica che salvaguarda la biodiversità in Europa.La discarica trovandosi all’interno di una area protetta (vedi VAS Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti 2015) non rispetta le indicazioni dell’Allegato 1, paragrafo 1.1, del D. Lgs 36 /2003.
L’azione dimostrativa
La Foresta che avanza, il movimento ecologista di CasaPound Italia ha espresso la sua protesta con alcuni striscioni appesi questa notte per «esprimere la nostra contrarietà alla costruzione della nuova discarica di Issogne. L’unica cosa certa, scrive il movimento sulla pagina Facebook – è che faremo la nostra parte insieme a popolazione e comitati per cercare di fermare questo nuovo affare sulla pelle dei cittadini valdostani».
Una protesta bi partisan, dal momento che il primo a sollevare la questione e mobilitare i cittadini è stato Adu con l’incontro pubblico organizzato a Issogne il 18 ottobre.
(erika david)