Camera di commercio: la Consulta dà ragione alla Valle d’Aosta, nessun vincolo per la Chambre
La Corte costituzionale ha accolto il ricorso della Regione, titolata alle attribuzioni; la norma statale avrebbe imposto diversi vincoli tra cui il blocco delle assunzioni
Niente vincoli per la Camera valdostana delle imprese e delle professioni: la Consulta dà ragione alla Valle d’Aosta. La Corte costituzionale ha accolto il ricorso della Regione autonoma Valle d’Aosta contro il decreto del Ministro dello sviluppo economico; questo prevedeva la riduzione del numero delle camere di commercio mediante accorpamento, razionalizzazione delle sedi e del personale. Condividendo le motivazioni addotte, la Consulta ha così dichiarato. «Non spettava allo Stato, e per esso al Ministro dello sviluppo economico, adottare il decreto ministeriale» nelle parti espressamente riferite alla Camera Valdostana delle imprese e delle professioni.
La norma statale avrebbe imposto diversi vincoli di tipo organizzativo e funzionale, tra cui il blocco delle assunzioni. Secondo quanto riconosciuto dai giudici costituzionali «in tema di Camere di commercio, la Regione autonoma Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste si distingue non solo dagli enti regionali ad autonomia ordinaria, ma anche dalle altre Regioni a statuto speciale». Precisando che «mentre queste sono titolari, al più, di alcune competenze in ordine alle Camere di commercio, la Regione ricorrente è direttamente titolare delle stesse attribuzioni degli enti camerali». Inoltre, si specifica che «nel territorio valdostano, tutte le funzioni tradizionalmente svolte dalle Camere di commercio appartengono alla Regione, che può discrezionalmente scegliere le forme organizzative ritenute più opportune per il loro esercizio».