Monterosa Ski: presentato un esposto in procura; Munari: «ce ne faremo una ragione»
Una ventina di famiglie di Champoluc e Gressoney non è d'accordo sui nuovi contratti di affitto
Contratti di affitto dei terreni con la Monterosa Ski: una ventina di famiglie di Champoluc e Gressoney ha presentato un esposto alla Procura di Aosta.
A pochi giorni dall’assemblea dei soci per il rinnovo delle cariche, torna a riaccendersi la querelle. Una ventina di famiglie ha presentato un esposto dopo la lettere della società di impianti a fune con la proposta di revisione degli accordi in essere. Scrivono. «I corrispettivi sono irrisori, leggermente superiori alle indennità di servitù di uso pubblico».
La replica
Replica così il presidente della società di impianti a fune Giorgio Munari. «Abbiamo inviato 450 lettere nella quali spieghiamo le ragioni dei nuovi contratti. Se venti famiglie non sono d’accordo sul trattamento ce ne faremo una ragione». Torna a ribadire. «Ci sono persone che in passato hanno ricevuto troppo sulla base di contratti privatistici eccessivi». Scandisce: «una società partecipata non può che perseguire che il principio etico di equità di trattamento».
Le lamentele
I proprietari dei terreni lamentano poi. «Monterosa vuole la revisione degli accordi nonostante siano tuttora validi ed efficaci i contratti con cui tutti i proprietari che hanno a suo tempo (in taluni casi da venti o trent’anni) pattuito con la società un diverso corrispettivo, parametrato alla reale utilità che i terreni producono alla società ed alla collettività. Quegli stessi accordi che dal 2016 ha smesso di adempiere, creando un considerevole debito per Monterosa Spa, e altro contenzioso, oggi pendente, con taluni dei proprietari, che appunto hanno chiesto adempimento e risarcimento del danno». Secondo quanto riferiscono i proprietari, gli affitti non pagati dalla società ammontano a 30 mila euro annui.
La proposta – denunciano – è accompagnata da un ultimatum: «se i proprietari non dovessero accettare le nuove condizioni, Monterosa sarà costretta a chiedere l’avvio del procedimento per la costituzione coattiva di servitù di pista».
Fanno sapere. «Munari sa molto bene che si può parlare di “costituzione coattiva di servitù di uso pubblico” solo se sussiste decreto di classificazione delle piste e dichiarativo di pubblica utilità delle stesse; quello stesso decreto che, avendo perso in Consiglio di Stato, è stato annullato e non esiste più. Non solo, sanno bene che la Legge regionale sulle piste da sci prevede che la costituzione di servitù di uso pubblico può avviarsi solo se l’accordo con il proprietario venga a scadere: e ripetesi, oggi i contratti in essere sono perfettamente vigenti».
(d.c.)