Catalogna: Fv, Lega solidali con i leader indipendentisti condannati
Ai promotori del referendum per l'indipendenza della Spagna sono state inflitte condanne per un totale di 99 anni di carcere
Catalogna. Front valdôtain, Lega e Jeune Vallée d’Aoste si schierano a fianco dei leader catalani – nove – ai quali sono state inflitte condanne per 99 anni di carcere.
Front valdôtain
«Le pene preventive non hanno in alcun modo aiutato a risolvere il conflitto e non lo faranno nemmeno le pesantissime pene detentive inflitte ieri; la soluzione della questione sollevata dalla comunità catalana può e deve arrivare esclusivamente dal dialogo politico. Il carcere non può essere e non sarà la soluzione; se si considera che chi è stato giudicato colpevole, lo è stato perché ha tentato fino all’ultimo di fare valere il diritto del suo popolo all’autodeterminazione». Afferma il comitato promotore del Front Valdôtain.
Esprime «sconcerto e preoccupazione» dopo la sentenza del Tribunale Supremo di Madrid. Il Front Valdôtain manifesta. «Solidarietà e sostegno a tutti coloro che, anche a costo della loro libertà personale, operano quotidianamente per promuovere e fare valere il diritto naturale all’autodeterminazione dei popoli nella convinzione che sia soltanto attraverso la salvaguardia e la valorizzazione delle singole specificità e differenze, che si potrà giungere a un’Europa realmente coesa e unita».
Lega VdA
La Lega d’Aosta et Jeune Vallée d’Aoste, poi, esprimono «profonda preoccupazione»; condannano «le pesanti e inaccettabili condanne nei confronti dei leader indipendentisti catalani inflitte ieri». «Questo verdetto osceno. Pone gli attivisti indipendentisti alla stregua dei più violenti criminali terroristi; hanno organizzato il referendum del primo ottobre 2017; questo è stato votato da una larghissima maggioranza; il risultato a favore di una repubblica catalana indipendente, è stato schiacciante». Ancora. «Questa è la prova che la “giustizia” post franchista non è cambiata; è sempre volta a schiacciare qualsiasi tentativo di applicare il diritto all’autodeterminazione con la forza e la brutalità. È più che mai necessario, per la soluzione di questa vicenda, avviare un dialogo ai massimi livelli».
(re.newsvda.it)