Sanità: Usl, in calo gli infortuni tra i dipendenti, in aumento le aggressioni
Per prevenire le aggressioni gli infermieri saranno autorizzati a una 'pre-gestione' dei pazienti, in particolare quelli con i codici di minore gravità (bianchi e verdi), perché le maggiori tensioni derivano dai lunghi tempi di attesa in Pronto soccorso
Usl: incidenti e aggressioni sul lavoro. «La perseveranza nella prevenzione. Un passo dopo l’altro. Un mattone sopra l’altro». E’ la strategia scelta dall’Usl della Valle d’Aosta che ha portato alla diminuzione del 31 per cento gli infortuni dei dipendenti dell’azienda, passando dai 113 del 2017 ai 78.
A lato di questo processo l’Azienda sanitaria valdostana affianca anche il tentativo di limitare al massimo una delle attuali piaghe dei presidi ospedalieri: le aggressioni agli operatori sanitari. Gli infermieri saranno autorizzati a una ‘pre-gestione’ dei pazienti, in particolare quelli con i codici di minore gravità (bianchi e verdi) poiché la causa scatenante di questi episodi dipende dai tempi di attesa prolungata al Pronto soccorso. Nel 2018 sono stati sei i casi di violenza, verificatisi anche in altri reparti, che hanno comportato ferite con prognosi anche di 17 giorni.
Le aggressioni
Questa problematica non è estranea alla sanità regionale. Nel 2018 gli eventi da aggressione con prognosi da 1 a 17 giorni ha visto protagonista anche e soprattutto operatori del Pronto Soccorso e dei reparti di Psichiatria. Ha spiegato il commissario Angelo Perscarmona. «E’ di questi giorni l’ assicurazione da parte della Polizia di Stato che il personale di vigilanza passerà da 1 a 2 unità». L’Usl nel programma di prevenzione di riduzione dei rischi, oltre alla attività tesa a ridurre i tempi di attesa, alla videoregistrazione, ai sistemi di allarme, ha in sperimentazione la «pregestione infermieristica» al Pronto Soccorso tarata sui codici di accesso del paziente (bianco, verde, giallo, rosso).
Calo degli infortuni
L’analisi dei dati del 2019 sul totale degli infortuni sul lavoro (o in itinere) dell’Usl è stato del 2,8 per cento contro una media nazionale del 4,7. In assoluto nell’anno passato si sono registrati 78 infortuni contro i 113 del 2017 e i 129 del 2016. C’è stato un decremento generalizzato nei differenti settori. Particolarmente rilevanti i cali segnalati nella tipologia d’ infortunio, con un -57 per cento per cadute o scivolamenti, un – 75 per cento per infortuni da movimentazioni di carichi e da un 21 per cento per infortuni biologici. Rimane elevata l’incidenza degli infortuni derivanti da punture.
Il lavoro di prevenzione, per ridurre ancora i rischi, hanno detto Pescarmona e Anita Mombelloni, direttrice del servizio prevenzione e protezione «è un work in progress. In prima linea c’è la formazione continua a 360 gradi, con misure organizzative e procedurali (attribuzione dei livelli di responsabilità, formalizzazione del sistema aziendale della sicurezza, responsabilizzazione), con misure tecniche (attrezzature innovative), gestione del rischi residuo. L’Usl ha concluso la dottoressa Mombelloni «vuole prevenire gli infortuni sul lavoro per motivi etici, motivi organizzativi, motivi economici e motivi giuridici».
(a.c.)