Shiloh Industries: priorità alla salvaguardia dello stabilimento
I vertici della Shiloh di Verrès hanno calendarizzato una serie di incontri per scongiurare la procedura di 70 licenziamenti collettivi
Per la Shiloh Industries di Verrès la priorità è la salvaguardia dello stabilimento e la sua continuità.
Priorità condivisa anche dalle organizzazioni sindacali che questa mattina, nella sede di Confindustria Valle d’Aosta, hanno incontrato Mauro Bajardi, direttore dello stabilimento, e Maurizio Gallo, responsabile delle risorse umane, nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo di 70 dipendenti.
La procedura di licenziamento
Lo stabilimento di Verrès, specializzato nella produzione di componenti di alluminio e magnesio per l’alleggerimento delle autovetture, ha avviato lunedì 23 settembre la procedura di licenziamento per 70 dipendenti.
La procedura, secondo normativa, prevede scadenze ben precise con 75 giorni al massimo per la sua conclusione. «I primi 45 giorni sono riservati agli incontri sindacali per tentare di trovare eventuali alternative – spiega Gallo -, poi ci sono 30 giorni durante i quali potremo rivolgerci anche all’amministrazione regionale per provare altre soluzioni. Dal 76° giorno partiranno le lettere di licenziamento». Secondo Gallo le tempistiche saranno però «più serrate perché l’azienda è in difficoltà. Il contesto è cambiato radicalmente nell’arco di pochissimi mesi».
Sono in programma all’inizio della prossima settimana gli incontri con l’amministrazione comunale di Verrès, che domani dedicherà un punto del Consiglio comunale convocato alle 18 alla situazione della Shiloh, e con il presidente della Regione Antonio Fosson e l’assessore alle politiche del lavoro, Luigi Bertschy.
I dipendenti
Attualmente lo stabilimento di Verrès conta 154 dipendenti con un‘età media piuttosto giovane, difficile quindi pensare a pre-pensionamenti.
La critica dei lavoratori all’azienda è di non essere stati avvisati dei licenziamenti.
«Li abbiamo incontrati tutti il 31 luglio e abbiamo detto più volte, anche nelle assemblee precedenti, che la situazione dell’azienda era molto difficile – replica Gallo -. È vero, non abbiamo detto loro che da lunedì sarebbe partita la procedura di licenziamento per evitare un mancato rispetto delle normative, per non mettere troppa carne al fuoco e non scatenare il panico. Ne abbiamo parlato con i sindacati,nostri interlocutori, spetterà a loro spiegare nel dettaglio tutta la procedura nelle assemblee che sono già state convocate».
La situazione
La situazione dello stabilimento di Verrès, come sottolineato dal direttore Bajardi, è da collocare in un contesto di indecisione generale dei cittadini sulla scelta dell’auto, cosa che rallenta tutto il settore dell’automotive.
«Shiloh Industries sta tentando di reagire da gennaio con la cassa integrazione ordinaria, lo smaltimento delle ferie, ma ora abbiamo terminato e resta la necessità di ridurre le dimensioni dello stabilimento – dice il direttore -. Stiamo lavorando, abbiamo installato un nuovo macchinario, ma è necessario ridurre i costi e avere una dimensione più adeguata alla nostra azienda».
A mettere in crisi la Shiloh un «buco temporale di di un biennio, il 2016/2018 con Brabant Alucast, durante il quale l’azienda non ha potuto presentarsi con la quotazione di nuovi prodotti – precisa Maurizio Gallo -, che avrà ripercussioni per i prossimi 2/3 anni. Ci manca il ricambio. Ora stiamo lavorando su più tavoli con nuovi clienti per nuovi prodotti che saranno in produzione tra un anno e mezzo».
Questo ha comportato un forte calo negli ordini con un volume del fatturato che si è dimezzato in 4/5 anni.
In foto, da sinistra Marco Lorenzetti direttore generale Confindustria, Mauro Bajardi direttore dello stabilimento di Verrès e Maurizio Gallo, responsabile risorse umane
(erika david)