Courmayeur, ghiacciaio Planpincieux: «Non sta venendo giù il Monte Bianco!»
Affollato incontro con la popolazione mercoledì pomeriggio per fare chiarezza sul ghiacciaio Planpincieux a rischio crollo
Il ghiaccio Planpincieux, nell’alta Val Ferret, a Courmayeur è sotto controllo e bisogna smettere di fare inutili allarmismi.
E’ il sunto dell’affollato incontro con gli operatori e i residenti della Val Ferret, chiusa da ieri a causa del possibile crollo di una porzione del ghiacciaio Planpincieux.
Il sindaco di Courmayeur, Stefano Miserocchi, ha convocato l’incontro, affiancato dall’assessore regionale Stefano Borrello e dai tecnici di Protezione civile, Arpa e Fondazione Montagna Sicura per illustrare la reale situazione del ghiacciaio e raccogliere eventuali istanze e necessità di chi vive e lavora in Val Ferret.
Il movimento del ghiacciaio
L’accelerazione dello scivolamento di una parte del ghiacciaio, di circa 250 mila metri cubi di materiale, ha spinto il sindaco a firmare ieri, martedì 24 settembre, l’ordinanza di chiusura della strada ed evacuazione delle attività nelle zone 1 e 2 della planimetria pubblica anche sul sito del Comune.
«Gli scenari di un eventuale crollo non coinvolgono gli abitanti di Planpincieux, ma una porzione di territorio ben precisa – ha sottolineato il sindaco -. Le misure di prevenzione sono state calcolate sulla stima di massimo rischio (cioè il crollo di tutto il blocco da 250 mila metri cubi, ndr). Purtroppo non ci sono previsioni su quando questo fenomeno possa accadere e non abbiamo un arco temporale definito per la chiusura della strada».
Niente allarmismi
«Non sta venendo giù il Monte Bianco, preciso» ha ribadito il sindaco Miserocchi rivolto soprattutto ai numerosi giornalisti di testate nazionali e internazionali accorsi in giornata a Courmayeur. «Si tratta di un preciso fenomeno glaciologico monitorato fin dal 2012».
«Courmayeur è sicura – ha aggiunto l’assessore Stefano Borrello -. Un eventuale crollo sarebbe normale, dobbiamo definire il potenziale rischio sul territorio per predisporre un piano comunale per il suo contenimento».
I possibili scenari
E’ l’assessore al territorio di Courmayeur, Marco Vagliasindi, a definire i tre possibili scenari: «Un crollo totale dell’intera massa in movimento; crolli parziali che vanno ad alleggerire i volumi oppure con l’abbassamento delle temperature il rallentamento dello scivolamento e il rientro del fenomeno».
Nonostante il continuo monitoraggio non si può sapere se e quando la porzione di ghiacciaio si staccherà, ne è possibile utilizzare esplosivi per accelerare il fenomeno. «Per l’utilizzo di esplosivi serve una massa molto compatta – spiega il responsabile del servizio geologico regionale Davide Bertolo – in questo caso l’onda d’urto si propagherebbe in tutte le fessure e non otterremmo nessun risultato se non quello, eventualmente, di un peggioramento della situazione».
Le soluzioni
Purtroppo non ci sono grandi soluzioni se non la prevenzione del rischio, la garanzia dell’incolumità delle persone e l’attesa che, con l’arrivo del gelo, il fenomeno si arresti.
Da domani, giovedì 26 settembre, sarà installato un radar attivo anche la notte e con il brutto tempo «che darà la possibilità di comprendere meglio l’evoluzione del fenomeno e le misure di protezione civile da adottare con previsioni più attendibili».
La strada rimarrà chiusa a tempo indeterminato con tre fasce di apertura come indicato nell’ordinanza di chiusura, potranno accedere solamente i residenti e i titolari di attività.
«Ci stiamo impegnando per ridurre al minimo i disguidi e stiamo lavorando per una viabilità alternativa sul sentiero pedonale che si potrà percorrere a piedi o in bici, sia per residenti che per turisti – dice Miserocchi -. Abbiamo riattivato il canale di messaggistica e la chat con gli operatori per rispondere a qualsiasi esigenza, in ogni caso il riferimento per esporre eventuali problematiche è la segreteria comunale».
Le reazioni
«Se si stacca, dove va?». E’ semplice la prima domanda che si leva dal pubblico, ma significativa a rendere l’idea della confusione circa le eventuali conseguenze di un crollo.
A tranquillizzare gli animi i tecnici: «La massa arriverebbe, in linea d’aria, sopra il tratto di strada attualmente chiuso».
Sbotta invece il signor Caramello, titolare dell’area sportivo-ricreativa di Planpincieux. «Io guardo la montagna tutti i giorni e vedo che il ghiacciaio arretra, di certo non scivola giù come dite voi. Avete delle prove certe? Oggi persino Radio Maria ha parlato del crollo del Monte Bianco, voi media dovete darvi una calmata e non fare scoop che danneggiano chi vive e lavora quassù» ha detto tra gli applausi degli altri operatori.
L’assessore Vagliasindi ha cercato di spiegare: «tutti i ghiacciai diventano più piccoli e questo non fa eccezione. Qui però abbiamo una parte che ha avuto un’accelerazione verso il basso scollandosi dalla parete, le due cose non sono slegate tra loro».
Renzino Cosson, guida alpina e gestore del rifugio Bertone ammonisce: «Ci siamo dimenticati che viviamo in montagna? Ci si è già dimenticati di cos’è successo proprio qui nel 1952 (quando enormi blocchi di ghiaccio crollarono a valle modificando una porzione di territorio, ndr)? La sicurezza prima di tutto, prima ancora del registratore di cassa. Tanto di cappello per il monitoraggio che stanno facendo, magari poi non crollerà niente, ma è giusto fare prevenzione!»
(erika david)