Verrès, crisi Shiloh: aperta la procedura per 70 licenziamenti
Crisi Shiloh Verrès, aperta la procedura per 70 licenziamenti.
Purtroppo, quanto temuto si è avverato. Condizionata pesantemente dalla crisi dell’automotive, la Shiloh Industries Italia non ha chiesto ulterior ammortizzatori sociali dopo che la cassa integrazione ordinaria, avviata a gennaio, è scaduta il 15 settembre. Lo ha riportato Gazzetta Matin lunedì 23 settembre.
Sono 164 i lavoratori dello stabilimento di Verrès, l’unico in Italia del gruppo americano che produce componenti auto leggeri.
La Shiloh negli ultimi mesi ha registrato un crollo degli ordinativi, legato alle gravi difficoltà del settore.
Giovedì 25, alle 9, ad Aosta, negli uffici di Confindustria Valle d’Aosta è previsto un incontro tra sindacati e azienda.
«La situazione è grave perché è legata alla crisi dell’auto – spiega Edy Paganin, segretario del Savt industrie -; ora inizieremo un confronto a partire dai dati di fatturato, di calo produttivo, per capire cosa riusciamo a fare per la salvaguardia dei posti di lavoro».
«Sappiamo che l’azienda non può chiedere la cassa integrazione straordinaria in quanto lo strumento è legato a una ristrutturazione aziendale che la Shiloh, vista la situazione del suo mercato di riferimento, non può fare», ha detto a Gazzetta Matin il segretario delle politiche del lavoro e del settore industriale di Cisl, Fausto Renna.
La crisi dell’auto è mondiale
Sono di venerdì 20 settembre le notizie di un ulteriore calo di Fca (Fiat Chrysler automobiles), -26%, nella vendita di auto in Europa.
«Abbiamo cercato di contrastare il trend negativo dell’automotive in tutti modi, ma sembra che questa tendenza non si inverta, anzi – spiega Maurizio Gallo, direttore del personale della Shiloh Industrie di Verrès -. Come è noto Fca rappresenta l’80% del nostro volume di affari, quindi l’azienda è indissolubilmente legata al suo andamento che non è buono. Non è un fatto che riguarda solo lo stabilimento di Verrès o l’Italia, purtroppo, ma le ripercussioni sono ovunque a livello mondiale, basti vedere la situazione di General Motors».
«Tutto lo scenario sta rallentando fortemente, noi rallentiamo progressivamente da metà 2018, quando si sono visti i primi segnali che abbiamo cercato di contrastare con vari modi, (turn over del personale, ferie, cassa integrazione, ndr), ma adesso siamo a corto di strumenti – conclude Gallo -. Tra l’altro lo scenario futuro del prossimo biennio/triennio non sembra dare segnali di ripresa».
(re.newsvda.it)