Geenna: la DDA ha chiuso le indagini
Gli indagati dalla DDA di Torino sono 20
Geenna: la DDA ha chiuso le indagini.
Gli avvisi di conclusione delle indagini sono stati notificati nella serata di oggi, giovedì 29 agosto, ai legali. Gli indagati nell’ambito dell’operazione Geenna sono 20; alle diciassette persone per cui i pm della DDA di Torino avevano chiesto la misura cautelare si sono aggiunte tre persone.
Il “locale” di Aosta
Nella notte tra il 22 e il 23 gennaio, erano finite in manette 16 persone, tra cui alcuni valdostani. L’attività investigativa coordinata dai pm torinesi Stefano Castellani e Valerio Longi aveva portato i Carabinieri a sgominare un presunto “locale” operativo in Valle d’Aosta. Secondo gli inquirenti, della base ‘ndranghetista facevano parte Marco Fabrizio Di Donato, Roberto Alex Di Donato, Alessandro Giachino, Francesco Mammoliti, Bruno Nirta, Nicola Prettico (consigliere comunale di Aosta sospeso) e Antonio “Tonino” Raso; tutti arrestati per associazione mafiosa.
In base a quanto si legge nell’ordinanza firmata dal gip di Torino, Silvia Salvadori, i sette «facevano parte di un’associazione di tipo mafioso e, in particolare, di una struttura delocalizzata e territoriale della ‘ndrangheta, denominata “locale”, operativa sul territorio di Aosta e zone limitrofe, con struttura organizzativa e ripartizione degli associati in ruoli di vertice (come quello di “capo locale”) e ruoli subordinati, con regole interne e riti di affiliazione».
Tale “associazione” «si valeva della forza d’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti e per acquisire, in modo diretto o indiretto, la gestione o comunque il controllo di attività economiche». Non solo. Secondo gli investigatori, alcuni membri del “locale” avevano messo gli occhi sulle sale del potere valdostane, come il Consiglio Valle. Marco Fabrizio Di Donato e Antonio Raso, infatti, il 14 febbraio erano stati raggiunti da un’altra misura cautelare per scambio elettorale politico-mafioso.
A finire in manette erano stati anche due indagati per concorso esterno in associazione mafiosa; si tratta di Marco Sorbara (consigliere regionale sospeso) e di Monica Carcea (ex assessore comunale di Saint-Pierre). Mentre Carcea aveva ottenuto gli arresti domiciliari a giugno, Sorbara è rientrato in Valle solamente la settimana scorsa. Anche lui si trova ai domiciliari.
A gennaio, inoltre, risultava indagato a piede libero per tentata estorsione Salvatore Filice.
Gli indagati
Oltre alle sedici persone arrestate a gennaio (e all’indagato a piede libero) risultano altri tre indagati; la Procura torinese contesta il favoreggiamento. Non si tratta di politici o personalità note.
Al momento quindi sembra che la DDA abbia stralciato alcune posizioni. Gli indagati, infatti, a inizio giugno risultavano 29.
Gli avvisi
Dopo aver ricevuto il cosiddetto 415 bis (del codice di procedura penale), gli avvocati hanno 20 giorni – a partire dal 1° settembre – per presentare eventuali memorie o per chiedere un interrogatorio.
L’operazione Geenna
A gennaio, il procuratore generale del Piemonte e della Valle d’Aosta, Francesco Saluzzo, non aveva utilizzato mezzi termini per descrivere l’operazione anti-‘ndrangheta appena conclusa.
«L’operazione ha riguardato un ipotizzato, e secondo noi provato, insediamento di ‘ndrangheta nella regione Valle d’Aosta – aveva affermato durante la conferenza stampa -. Non è la prima volta che si parla di questa possibilità e di questa infiltrazione. E’ però la prima volta che si sono raccolti elementi così consistenti e robusti con riferimento alla presenza di un “locale” in Valle d’Aosta e di numerosi personaggi legati e appartenenti alla ‘ndrangheta che compongono il locale, lo dirigono e hanno realizzato le infiltrazioni all’interno del tessuto della Valle d’Aosta».
In foto, la conferenza stampa di presentazione dell’operazione Geenna.
(f.d.)