Aosta: dopo vari tentativi passa l’iniziativa “antifascista”
Approvato l'ordine del giorno che prevede l'autocertificazione di adesione ai principi dell'antifascismo al momento della richiesta di occupazione del suolo pubblico per banchetti e iniziative politiche. Contrari Aiello e Addario, astenuta Galassi; non votano Cossard e Paron.
All’ennesimo tentativo, anche il Comune di Aosta approva l’ordine del giorno “antifascista”. Con 21 voti a favore, l’astensione di Cristina Galassi, il voto contrario di Lorenzo Aiello e Alessandra Addario e il non voto (tessera staccata) di Guido Cossard e Andrea Paron, infatti, l’assemblea aostana ha deciso di allinearsi a quanto approvato già dalla Regione, prevedendo un regolamento che subordini «la concessione di suolo pubblico, spazi e sale di proprietà del Comune a dichiarazione esplicita di rispetto dei valori antifascisti sanciti dall’ordinamento repubblicano».
Il dibattito
Ancora una volta, però, l’approvazione non è stata “indolore”, con un lungo dibattito a riscaldare gli animi contrapposti.
«La Valle d’Aosta è medaglia d’oro alla Resistenza e inoltre, l’art. 4, c.10 dello Statuto del comune di Aosta recita “…Ispira la propria autonomia ai principi fondamentali della Costituzione repubblicana, dello Statuto speciale della Valle d’Aosta, ai valori della democrazia e della Resistenza”» illustra la proponente di Altra VdA Carola Carpinello, che poi entra nei dettagli dell’iniziativa.
Dopo l’approvazione della delibera in Regione, Carpinello chiede un passo anche in Comune: «L’impegnativa è semplice – dice -: chi chiede l’occupazione del suolo pubblico, oltre agli adempimenti burocratici richiesti, deve fare un’autocertificazione, dichiarando che le attività si ispirano ai valori della democrazia».
E aggiunge: «Non sono convinta che la dichiarazione di antifascismo sia un argine sufficiente al ritorno delle restrizioni della libertà – ricorda -, ma se siamo tutti qui e un esponente di Casapound che si dichiara Fascista del terzo millennio può sedere in questa assemblea, è proprio perché siamo in una repubblica antifascista».
Aiello: «Chi controlla veridicità dell’autocertificazione»?
Manco a dirlo, sale sulle barricate il consigliere di Casapound, Lorenzo Aiello: «Se vogliamo prestarci allo show, che show sia – esclama, citando un editoriale di Paolo Mieli -. La sinistra chiama fascismo tutto ciò che è in disaccordo con le proprie linee, ma questo pone un problema. So di essere uno dei destinatari di questa iniziativa, ma prima dobbiamo definire cosa sia fascista e cosa no: un dibattito sull’immigrazione? Sul diritto di adozione alle coppie omosessuali»?.
Poi lancia una provocazione: «Preferisco prendere la multa ogni volta che faccio un banchetto – rincara -, anche perché se firmo l’autocertificazione, l’addetto sa che sto mentendo e cosa fa? Vengo sanzionato? Ci pensa il tribunale del popolo con Carpinello e Pulz a punirmi»?
La costituzione, conclude Aiello, «va rispettata, non è un atto facoltativo: questa mi sembra una stupidaggine pericolosa».
Andrione: «Compressione degli spazi di libertà»
Vota, ma puntualizza il consigliere del Carroccio, Etienne Andrione: «L’ho votato e lo voterò – dice -, ma ricordo che la compressione degli spazi di libertà può avvenire anche in modi non riconducibili al Fascismo di allora; oggi esiste una forma strisciante di fascismo che non è quella che appare più pericolosa. Si firma perché è un no al Fascismo, ma rimane da fare un’analisi su cosa è stata la repubblica democratica per i diritti della minoranza valdostana».
Lamastra: «Importane è che atti siano corretti»
«La volta scorsa – ricorda Giuliana Lamastra di Rete Civica -, il provvedimento non era passato perché mancavano voti a favore, ma soprattutto si era detto di ampliare il campo. Ha senso aumentare ulteriormente la burocrazia? L’importante è che si rispettino dei valori con gli atti e che si controllino questi».
Donzel: «Preoccupa revisionismo»
Vota convintamente l’assessore all’Ambiente Delio Donzel: «Mi preoccupano certe forme di revisionismo, pur caratterizzate da atteggiamenti folkloristici, che tendono a parificare i partigiani con i repubblichini di Salò – dice -. Per questo, di tanto in tanto, è bene ricordare che alcuni principi non possono essere dimenticati, per questo motivo la dichiarazione è giusta: mai dimenticarsi e mai sottovalutare».
Gli fa eco Michele Monteleone (PD): «Voteremo convintamente – esclama -, perché non fa che ribadire quanto espresso dalla Costituzione. Se il Consiglio regionale ha votato all’unanimità è perché si è reso conto di quanto sia necessario ribadire certi concetti: è vietata la ricostituzione del Partito Fascista sotto qualsiasi forma».
(alessandro bianchet)