Appello processo Casinò: le lettere di “patronage” entrano nel fascicolo
Il sostituto procuratore Eugenia Menichetti - che aveva rappresentato in aula l'accusa in primo grado - ha scritto, presentando nuovi motivi d'appello, che le tre lettere confermano «l'assoluta e completa consapevolezza» di Rollandin e degli ex assessori al Bilancio Mauro Baccega ed Ego Perron «della grave crisi economica in cui versava il Casinò».
Appello Casinò: le lettere di “patronage” firmate dall’allora presidente Augusto Rollandin (assolto dall’accusa di abuso d’ufficio continuato e aggravato) entreranno nel fascicolo relativo al processo di secondo grado.
Il sostituto procuratore Eugenia Menichetti – che aveva rappresentato in aula l’accusa in primo grado – ha scritto, presentando nuovi motivi d’appello, che le tre lettere confermano «l’assoluta e completa consapevolezza» di Rollandin e degli ex assessori al Bilancio Mauro Baccega ed Ego Perron «della grave crisi economica in cui versava il Casinò». Inoltre, secondo il pm, anche i due amministratori del Casinò, Luca Frigerio e Lorenzo Sommo, erano al corrente della situazione, «nonché il collegio sindacale».
Il processo, le assoluzioni e una condanna
Gli uffici inquirenti guidati dal procuratore Paolo Fortuna avevano portato alla sbarra 8 persone: Jean-Paul Zanini, Fabrizio Brunello e Laura Filetti (componenti del collegio sindacale); Augusto Rollandin, Mauro Baccega ed Ego Perron (rispettivamente, presidente della Regione e assessori alle Finanze); Lorenzo Sommo e Luca Frigerio (ex au del Casinò). Mentre i primi sette avevano scelto di procedere con rito abbreviato, Frigerio aveva optato per il rito abbreviato condizionato all’ammissione del proprio consulente, Corrado Ferriani.
Le accuse mosse dalla Procura aostana erano truffa e falso in bilancio e facevano riferimento ai 140 milioni di euro (fondi regionali) erogati a favore del Casinò.
L’8 novembre, il gup Paolo De Paola aveva assolto Zanini, Brunello, Filetti, Rollandin, Baccega, Perron e Sommo perché «il fatto non sussiste»; decisione non condivisa dalla Procura che, infatti, ha deciso di fare Appello.
Discorso completamente diverso per Luca Frigerio che, il 27 marzo, è stato condannato a quattro anni di reclusione e al risarcimento di 120 milioni di euro alla Regione (Collegiale presieduto da Eugenio Gramola).
Il ruolo delle tre missive
Le tre lettere firmate da Rollandin non erano entrate nel fascicolo processuale (rito abbreviato) relativo alla posizione dei sette imputati poi assolti. Questo perché la Procura non ne era ancora entrata in possesso (le lettere sono emerse nell’ambito del procedimento relativo al concordato).
Nel processo Frigerio, invece – su richiesta del pm Menichetti -, le tre missive erano entrate nel fascicolo.
Ora, in Appello, sarà possibile comprendere se e quanto abbiano influito i nuovi documenti nelle due decisioni (opposte) del Tribunale.
In foto, il pm Eugenia Menichetti.
(f.d.)