Terziario in crisi, Confcommercio Valle d’Aosta accusa: «politica assente»
Il Terziario resta in crisi. «Il quadro non è esaltante». Così Graziano Dominidiato, presidente di Confcommercio Valle d’Aosta, questa mattina, lunedì 22 luglio, nella sala della Bcc Valdostana nel commentare i dati dell’Osservatorio congiunturale Valle d’Aosta – 1° semestre 2019.
Dati che fotografano la situazione aggiornata del settore del terziario (Commercio, Turismo, Servizi).
Lo studio è stato preparato per Confcommercio Vda dalla Format Research di Roma rappresentata dal presidente Pier Luigi Ascani.
Commercio in crisi
Dominidiato sposa le tesi già esposte da Confesercenti proprio oggi. «E’ crisi. Nel commercio ogni giorno chiudono 14 negozi. Il 2019 chiuderà con una flessione delle vendite dello 0,4% e il settore dal 2011 ha perso 32.000 esercizi di vendita e nel 2019 ne perderà altri 5.000».
La Valle d’Aosta
«Se escludiamo il ramo turismo, che tiene e cresce, il resto del comparto terziario è in grande difficoltà – sottolinea Dominidiato -. In particolare proprio il commercio e proprio nei piccoli negozi di prossimità che sono la spina dorsale del commercio regionale la crisi si fa sentire di più».
Confcommercio: politica assente
Il presidente di Confcommercio Vda non lesina critiche al mondo della politica valdostana: «La politica è assente dal nostro settore, e lo dimostra la scarsa attenzione anche a questo convegno (presente solo il vice presidente del Consiglio Joel Farcoz, ndr). I politici valdostani hanno gli occhi puntati solo verso alcuni settori. Eppure il nostro peso in Valle è notevole».
Secondo Dominidiato, la situazione del commercio in Valle d’Aosta «risente di uno stallo generale anche politico, non solo economico e in questo penso di trovare conferma nelle analisi recenti di Confindustria VdA nonché di Confesercenti, associazione che come noi registra sofferenze di settore notevoli. Noi siamo pronti al confronto con l’ente pubblico, anzi lo chiediamo a gran voce. Vogliamo fare la nostra parte per ridare vita al commercio locale, ma abbiamo bisogno di maggior rapporto con le istituzioni, e di unità di intenti al di là di possibili divergenze politiche. Noi ci siamo e ci saremo sempre, ma si faccia qualcosa, e subito».
I numeri della crisi
Secondo quanto rilevato da Format Research, su 9.142 aziende in Valle (lo 0,3% delle imprese italiane), l’industria ne conta 2.712 mentre il terziario 6.430 di cui 20%, 18 per cento nel turismo, 32% nei servizi, a testimonianza di un processo di terziarizzazione delle imprese in atto nell’ultimo decennio nella nostra regione.
Il 95% delle imprese valdostane è costituito da microimprese tra 1 e 5 addetti.
Gli occupati globalmente sono 34.226 di cui 24 mila lavorano nel settore terziario.
Il PIL (Prodotto interno lordo) della Valle d’Aosta rappresenta lo 0,3% di quello italiano e ha un valore medio per abitante valdostano di 35.200 euro (quinto posto in classifica in Italia). Il dato è nettamente superiore di quello medio italiano (28.500).
Resiste ancora una certa fiducia nell’andamento dell’impresa con un 18% che pensa ad un miglioramento contro il 26% che è per il peggioramento ed il 56% che confida sulla stabilità.
Buone prospettive per quanto riguarda i ricavi che il (56,5 %) vede stabili contro il 22% che pensa ad un miglioramento ed il 21,5% al peggioramento.
Sull’occupazione, il 79% vede stabile il dato dei posti di lavoro lavoro, il 9,5 % è per un miglioramento e l’ 11,5% per un calo.
In foto, da sinistra: Graziano Dominidiato e Pier Luigi Ascani
(alessandro camera)