Quei bravi ragazzi 2: la Squadra Mobile di Aosta stronca una «capillare attività di spaccio»
Questa mattina, sono finiti in carcere i fratelli Mahammed Rida (32 anni) e Imad Ryadi (28 anni), e Sami El Jouarani (26 anni). Sono invece scattati gli arresti domiciliari per Morris Andiloro (39 anni), mentre Antonino Pandolfino (55 anni) è stato raggiunto dall'obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria.
Dopo gli arresti eseguiti dalla Squadra mobile della Questura di Aosta nell’ambito della prima parte dell’operazione Quei bravi Ragazzi, pensavano di averla fatta franca. Ma così non è stato.
Nella mattinata di venerdì 5 luglio, cinque persone sono state raggiunte da altrettante misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Aosta. Secondo quanto riferisce la Questura, le indagini hanno permesso di ricostruire una capillare attività di spaccio di stupefacenti di tipo pesante, perlopiù cocaina, organizzata e gestita con oculatezza da soggetti stranieri e italiani nell’ambito della tossicodipendenza locale. Lo scorso febbraio, l’operazione Quei bravi ragazzi aveva portato in carcere un uomo e tre altre persone agli arresti domiciliari. In realtà, i destinatari di misura cautelare erano sei, tuttavia, due soggetti risultano ancora irrintracciabili.
Le misure cautelari
«Potrebbero esserci degli sviluppi nella vicenda» aveva dichiarato il commissario capo, Eleonora Cognigni, a margine della conferenza stampa di presentazione dell’operazione Quei bravi ragazzi, a febbraio.
Questa mattina, infatti, sono finiti in carcere i fratelli Mahammed Rida (32 anni) e Imad Ryadi (28 anni), e Sami El Jouarani (26 anni). Sono invece scattati gli arresti domiciliari per Morris Andiloro (39 anni), mentre Antonino Pandolfino (55 anni) è stato raggiunto dall’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziari.
I soggetti, di cui 2 italiani e 3 di origini marocchine, avevano organizzato «con oculatezza e attenzione un’efficiente attività di spaccio di sostanze stupefacenti, capace di garantirsi continuamente la disponibilità di sostanze stupefacenti per poter soddisfare numerosi acquirenti e rifornire diverse zone del capoluogo regionale», riferiscono dalla Questura.
Il copione
Il “modus operandi” del gruppo non era molto diverso da quello utilizzato dai soggetti che erano stati arrestati nella prima “tranche” dell’operazione. Durante la conferenza stampa di questa mattina la dirigente della Squadra mobile Cognigni ha evidenziato come fosse presente un’attività di «spaccio itinerante, in varie zone di Aosta e in aree limitrofe».
Il particolare modus operandi era messo in atto per ridurre il rischio di attirare l’attenzione delle forze dell’ordine, disponendo di soggetti incaricati di recarsi agli incontri in luoghi stabiliti di volta in volta, portando al seguito la quantità di stupefacente concordata.
Gli uomini della Squadra mobile, hanno anche potuto documentare – grazie ad appostamenti e intercettazioni – un «continuo cambio di mezzi e abitudini, la continua disponibilità di stupefacenti e l’utilizzo di un linguaggio in codice». Le Forze dell’ordine sottolineano anche la «salda, capillare e attenta cooperazione tra i soggetti» coinvolti.
I consumatori
Come avvenuto a febbraio, anche in questo caso la Polizia è riuscita a identificare numerosi consumatori di droga, principalmente cocaina. Mentre a inizio anno erano state 90 le persone identificate, con l’operazione Quei bravi ragazzi 2 le Forze dell’ordine hanno identificato 50 “clienti”.
Durante le perquisizioni scattate questa mattina, sono stati sequestrati 15 grammi di cocaina già divisa in dosi.
In foto, il commissario capo Eleonora Cognigni durante la conferenza stampa.
(f.d.)