Vesan fa «outing» sulle nomine fiduciarie dei familiari: in Consiglio Valle è bagarre
Secondo la presidente del Consiglio Emily Rini, il dialogo in aula ha raggiunto «livelli imbarazzanti»
L’unionista Luca Bianchi si infuria, il consigliere regionale pentastellato Luigi Vesan fa «outing» e la presidente del Consiglio Emily Rini si indigna. Questo il riassunto del dibattito che nel primo pomeriggio di ieri ha tenuto banco in Consiglio Valle.
L’iniziativa del MoVimento 5 stelle
Ma andiamo con ordine. Vesan aveva presentato un’iniziativa incentrata sulle nomine dei nuovi membri del consiglio di amministrazione della Sitrasb (società partecipata). Parlando di una «lotta strenua per farsi nominare», l’esponente del M5S ha criticato il criterio utilizzato per le nomine, evidenziando come dei tre nomi fatti dalla Giunta regionale, «due sono stati candidati recentemente nell’Union valdotaine». Il MoVimento chiedeva quindi la sostituzione di due membri del CdA.
Subito sulle barricate Bianchi. «È l’ennesimo attacco diretto nei confronti dell’Uv – ha tuonato in aula -. Se lei pensa che le persone indicate non abbiano le capacità per l’amministrazione della società io posso anche entrare in merito. Se invece è solo un attacco politico…Lo sento un affronto nei confronti del movimento». Aggiunge il capogruppo unionista: «Chi ha fatto la scelta ha guardato i curriculum, come quando un suo parente molto stretto era all’interno del CdA di CVA».
L’«outing» di Vesan
Dopo alcuni interventi nella discussione generale, Vesan ha risposto a Bianchi (che «ha reagito come bimbo a cui tolgono il giocattolo, aggredendo in modo disarticolato i miei parenti»). Spiega il pentastellato: «Mio fratello è stato nel CdA di CVA. Mio fratello Marco, sindaco di Chambave e candidato in quota Stella Alpina e in CvA in quota Stella Alpina».
Secondo il grillino, «il collega Bianchi forse voleva dire che non è solo l’Uv a piazzare i proprio. Io non attacco l’Uv, ma ogni volta che si da un incarico si fa una distribuzione di chi è in una quota e di chi è in un’altra». Concludendo quello che la presidente Rini ha poi definito «l’outing», Vesan ha precisato: «Per prevenire altre dichiarazioni, dichiaro io che mio papà è stato presidente di Fianosta, nominato in quota Dc. Il fatto che si usi un bieco criterio è una cosa risaputa dalla mia famiglia. Io chiedo che tutte le maggioranze cambino registro, non solo l’Uv».
Il presidente della Regione, Antonio Fosson, ha precisato che le nomine sono sì fiduciarie, ma «le professionalità sono state valutate in modo preciso».
Rini: «Abbiamo scritto un’altra brutta pagina»
A concludere il dibattito è stata la presidente del Consiglio Emily Rini. «Le dichiarazioni hanno raggiunto tale livello di irrealtà che mi pare opportuno fare qualche precisazione – ha esordito l’ex unionista -. Abbiamo scritto un’altra brutta pagina, una pagina che tira in mezzo persone che nulla c’entrano con quest’aula. Spero che siano sempre meno le persone che seguono direttamente il Consiglio perché raggiungiamo talvolta dei livelli imbarazzanti». Come ad esempio «l’outing del nostro collega e amico (Vesan ndr), che io stimo. Ha fatto un’outing sulle numerose nomine avute in famiglia. Credo che non faccia bene a nessuno scendere e tirare così in basso il livello della discussione in aula».
Per Rini non è opportuno «venire in aula e fare processi a persone che non sono qui. Se qualcuno ha dubbi sulle competenze lo dica, lo segnali. Si tratta di persone che lavorano nel privato, non fanno i consiglieri regionali come noi. Sulle competenze allarghiamo. Mettiamole anche noi che ci candiamo alle competizioni elettorali, che male non farebbe».
In foto, Vesan interviene in aula.
(f.d.)