Cva: via libera all’iter di quotazione in borsa; ora serve una legge
Gli atti di indirizzo approvati in Consiglio Valle saranno le basi per redigere il disegno di legge che porterà alla collocazione sul mercato dell'azienda idroelettrica
Via libera all’iter per la quotazione in borsa della Compagnia valdostana delle acque, un’operazione da due milioni di euro. La maggioranza vota compatta la sua risoluzione che prevede di collocare in borsa il 30-35% della società idroelettrica, riservando una quota da destinarsi all’azionariato popolare (offerte pubbliche di sottoscrizione) e il rimborso ai valdostani di parte della bolletta delle utenze domestiche attraverso gli utili della Cva. Gli atti di indirizzo saranno le basi per redigere il disegno di legge che porterà alla quotazione. Dice sì anche alla battaglia della norma di attuazione.
La minoranza ritiene la collocazione sui mercati «un’azione affrettata e poco accorta». L’opposizione evoca un referendum popolare. La maggioranza risponde: «nessun timore. Non avremo difficoltà ad indirlo. Daremo ai cittadini tutte le informazioni». E mette nero su bianco nella risoluzione l’opzione referendaria. Respinte le sette risoluzioni della Lega con Mouv’, che delineavano vari scenari, e quella di M5S con Adu e Rete civica che puntava tutto sulla norma di attuazione.
I pareri
Per l’assessore alle Finanze Renzo Testolin «la collocazione in borsa rappresenta un percorso di tutela del futuro della Cva». L’assessore ha rivendicato l’importanza degli oltre 2.124 milioni di euro di tasse pagati e dei più di 600 milioni di euro di utili prodotti da Cva. «Ci saranno sicuramente delle situazioni da approfondire ulteriormente, ma le scelte politiche vanno fatte e bisognerà lavorare negli ambiti tracciati dalla relazione, valutando il percorso migliore per valorizzare l’azienda Cva e lavorando contestualmente alla definizione di una norma di attuazione al fine di sostenere la società e la comunità valdostana tutta».
L’assessore Laurent Viérin (Av) ha sottolineato. «Non c’è autonomia ideale se non c’è autonomia finanziaria. Nella legge di stabilità 2016 era stata prevista l’autorizzazione alla quotazione. Il solo modo di sottrarre Cva ai grandi ingranaggi e agli appetiti esterni è quotare parte di Cva. Continueremo a essere proprietari della nostra azienda e delle nostre acque».
Il presidente Antonio Fosson anticipa «la norma di attuazione in materia di gestione delle acque è abbozzata e sarà pronta all’inizio di giugno».
Joël Farcoz adombra la volontà dell’ex governo Spelgatti di avere in agenda la vendita del 51% di Cva al migliore offerente. E su facebook spunta IREN, società per azioni italiana, operante quale multiservizi, in particolare nella produzione e distribuzione di energia elettrica, che sarebbe il sogno accarezzato da Aggravi.
Le minoranze
Luciano Mossa (M5S). «Disposti a votarla se togliete la prosecuzione dell’iter di quotazione. Il problema è che avete deciso di metterla sul mercato già prima della Madia. Perché non affidarsi alla norma di attuazione».
Caustico Stefano Aggravi (Lega). «Gli sconti in bolletta si possono fare anche senza quotazione. Se vado a togliere a chi consuma, mi chiedo se non sia uno spot elettorale».
Piacciono a Chiara Minelli (Rc) i richiami a «Fossil Fuel Free”» e alla norma di attuazione nella risoluzione. Ma l’apprezzamento si ferma qui. Torna a ribadire: «non sta in piedi, è contraddittoria perché la norma di attuazione e la quotazione sono due strade distinte e alternative l’una all’altra».
Per Daria Pulz (Adu) «tutto confezionato. Questo Fossil free gli sconti in bolletta sembrano due bei coniglietti sgambettanti, sorta di panem e circenses pre-elettorale. L’acqua deve restare pubblica».
Per Elso Gérandin (Mouv’) «a nessuno è mai venuta la brillante idea di utilizzare gli utili di Cva per fare sconti sull’energia. Non è che pensiamo che si possano mettere soldi per tunnel, impianti a fune, fondi di rotazione e quant’altro con la quotazione in borsa. E’ l’alibi per mascherare una scelta obbligata. Senza, i fondi stornati dalla Cva per altre operazioni (leggi casinò) sarebbero dovuti tornare indietro».
La risoluzione
Il Consiglio regionale impegna il governo regionale a:
1. Proseguire con sollecitudine nella presentazione di una norma di attuazione, coerentemente con le indicazioni già fornite alla Commissione Paritetica che rafforzi la potestà legislativa regionale in materia di affidamento delle concessioni delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico in scadenza nei prossimi anni a tutela degli interessi della comunità valdostana;
2. definire una proposta di norma di attuazione che, in Valle d’Aosta, disponga la soppressione dalla bolletta elettrica, della componente tariffaria a favore dello Stato, relativa agli oneri di trasporto e di sistema;
3. predisporre uno specifico disegno di legge da sottoporre al Consiglio regionale per consentire la ripresa dell’iter di quotazione di Cva spa prevedendo al suo interno:
- la finalità per Cva di concorrere al processo di transizione energetica, coerentemente con gli indirizzi ”Fossil Fuel Free” della Regione autonoma Valle d’Aosta;
- la presentazione annuale di un report relativamente al progressivo raggiungimento degli obiettivi legati allo sviluppo sostenibile e ai protocolli ”Fossil Fuel Free”;
- la fissazione della percentuale massima collocabile;
- la riserva di una quota da destinarsi all’azionariato popolare;
- il rimborso ai residenti in Valle d’Aosta di una quota significativa della componente energia della bolletta elettrica relativamente alle utenze domestiche, attraverso gli utili resi disponibili alla Regione da Cva, a seguito dell’accesso alla borsa azionaria;
- la legge sarà sottoposta al giudizio della comunità valdostana.
(danila chenal)