Riorganizzazione Anas: la Regione, preoccupata, si mobilita
L'amministrazione regionale invierà una lettera al Ministro per le Infrastrutture e all'ad di Anas per avere chiarimenti. Stefano Borrello: «Temiamo di essere emarginati»
Una lettera all’amministratore delegato di Anas e al ministro per le Infrastrutture e una richiesta urgente di incontro sono le mosse che l’amministrazione regionale intende mettere in atto dopo che l’Anas ha preannunciato la riorganizzazione delle strutture regionali, con il conseguente accorpamento della Valle d’Aosta alla sede territoriale del Piemonte.
«Profonda preoccupazione»
È forte la preoccupazione espressa a margine dell’incontro con i sindacati. «Abbiamo espresso ai rappresentanti sindacali incontrati poco fa ed esprimeremo al ministro e all’ad la nostra profonda preoccupazione – ha commentato l’assessore alle Opere Pubbliche, Stefano Borrello -. Non solo per le continue e necessarie manutenzioni delle nostre strade, ma anche perché la nostra viabilità ha rilevanza bi e tri nazionale ed è fondamentale mantenere un’autonomia di gestione e di funzioni oggi rivestite dall’Area Compartimentale Valle d’Aosta. Ai vertici Anas e al ministro per le Infrastrutture chiederemo se ci sia margine di trattativa o se la decisione è irrevocabile, temiamo di essere emarginati nel Comparto».
«Toglierebbe punto di riferimento»
«Forte preoccupazione» è stata espressa anche dal presidente della Regione Antonio Fosson; «chiudere una sede regionale Anas di confine vuol dire togliere agli utenti un punto di riferimento importante e azzerare la nostra autonomia, senza contare l’ipotesi di riduzione degli organici».
«Rischio esplosione burocrazia»
«È stato un incontro positivo – ammette il segretario della Filt Cgil, Cristina Marchiaro -. Vista la documentazione portata, anche l’amministrazione regionale ha preso coscienza della situazione e ha espresso tutta la propria preoccupazione per ciò che potrebbe accadere».
La Regione non era a conoscenza della cosa? «Diciamo che la gravità non era così evidente – continua Marchiaro, entrando nei dettagli -. Si parla comunque di una quarantina di dipendenti che non rischierebbe il posto, ma che vedrebbe peggiorare notevolmente le proprie condizioni. Una decina di loro, probabilmente, andrà in pensione e con il comparto unico non sarà presumibilmente sostituita».
La conseguenza peggiore potrebbero essere le lungaggini burocratiche: «Chiariamo subito che la sede aostana non rischia di chiudere – precisa Marchiaro -. Il problema è che le attività logistiche e decisionali traslocherebbero in Piemonte, portando all’allungamento delle trafile burocratiche. Il rischio è che l’utenza andrà a perdere l’immediatezza del servizio e la possibilità di relazionarsi con i responsabili. Ora la Regione si attiverà e ci farà sapere al più presto».
(al.bi.)