Indagine previsionale di Confindustria: regna l’incertezza
Tranne due voci, tutte negative le previsioni degli imprenditori valdostani per il secondo trimestre del 2019; torna il fantasma della cassa integrazione
Un grande clima di incertezza, che si riflette sull’indebolimento di tutti gli indicatori, produzione esclusa. È fosco il quadro delineato dall’immancabile indagine previsionale di Confindustria Valle d’Aosta, relativa al secondo trimestre 2019.
Ottimismo sulla produzione
Come accennato, l’unica nota lieta, che riflette l’incertezza nazionale, arriva dalla produzione, dove un terzo degli intervistati prevede un aumento dei volumi, passando dallo 0% di “ottimisti” a un +13.16% per il trimestre in corso.
Occupazione giù
Tinte scure in materia di occupazione, che torna in territorio negativo, con il contemporaneo emergere di un’idea di ricorso alla cassa integrazione.
Scendono anche le previsioni relative al carnet ordini, con la visibilità oltre i tre mesi che passa dal 45.45% al 38.46% e quella tra uno e tre mesi che crolla dal 40.91% al 26.92%. La prima conseguenza è che aumentano dal 13.64% al 34.62% le imprese che dichiarano di avere ordini per meno di un mese.
Cala la capacità produttiva
In terreno negativo piomba anche l’utilizzo della capacità produttiva (23.33% coloro che prevedono un aumento contro 31.03% del trimestre precedente) e le previsioni di investimento.
Giù gli incassi
A completare il quadro arrivano anche le previsioni di un peggioramento degli incassi, con ritardi nell’andamento dei pagamenti, pur con una diminuzione dei tempi medi di attesa.
I dati
Entrando nei dettagli, detto delle attese sulla produzione, resta in terreno positivo anche il dato sui nuovi ordini: +11.11% che risente, però, del settore manifatturiero.
In frenata anche le attese sull’export (da +10% a +7.69%), che rallentano soprattutto per lo stop immaginato dal settore dei servizi.
Crollano le dichiarazioni di investimento. Le aziende che hanno in programma un ampliamento della capacità produttiva passano dal 31.03% del trimestre precedente al 23.33%, mentre salgono di nove punti coloro che puntano a una semplice sostituzione.
Se la capacità produttiva vede un arretramento di lieve entità (da +68.41% a +62.80%), lo stesso non si può dire del carnet ordini: il 34.62% delle aziende ha ordini per meno di un mese, il 26.92% ha ordinativi per un periodo 1-3 mesi, il 38.46% ha ordini per oltre tre mesi.
Torna a peggiorare anche l’andamento degli incassi: sale al 54.05% la percentuale di imprenditori che attendono pagamenti in ritardo, anche se le attese calano, passando a una media di 57 giorni (48 per la pubblica amministrazione).
Infine, le attese sull’occupazione passano dal +2.94% al -2.56%, mentre aumenta l’idea di un possibile ricorso alla cassa integrazione: 13.16% delle imprese.
Il commento
«Le valutazioni riflettono le crescenti criticità dello scenario geopolitico internazionale e italiano – sottolinea il presidente di Confindustria Valle d’Aosta, Giancarlo Giachino -. La tendenza è confermata anche dalle previsioni per il secondo trimestre, che riflettono le incertezze legate a partite in corso come la Brexit, il futuro assetto europeo post elezioni e le tensioni nel commercio internazionale».
La soluzione è una sola. «Dobbiamo chiedere con forza alla politica di porre nuovamente al centro del suo impegno la questione industriale – conclude Giachino -. Servono strumenti che possano aiutare le imprese a cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e per far sì che l’industria 4.0 diventi veramente parte integrante delle nostre realtà imprenditoriali. Bisogna investire in nuovi macchinari ma soprattutto in risorse umane».
(al.bi.)