Mostra: al Gamba le cancellature di Emilio Isgrò
Sarà inaugurata venerdì 5 aprile, alle 18, la mostra dedicata all'intervento dell'artista su I Promessi Sposi
Al Museo Gamba arrivano le cancellature di Emilio Isgrò.
Parte da Châtillon, dal Museo Gamba, la nuova stagione espositiva dell’assessorato ai beni culturali. Nell’ambito della nuova collaborazione tra Regione e Casa Testori di Milano, l’hub culturale impegnato nella valorizzazione dell’arte moderna e contemporanea, sarà inaugurata, venerdì 5 aprile, alle 18, al castello del barone Gamba, la mostra Emilio Isgrò: i 35 libri dei Promessi Sposi cancellati.
Il Castello Gamba avvia con la nuova stagione espositiva un percorso rinnovato che punta a dare «nuova vitalità a un museo e una collezione che hanno bisogno di essere conosciuti sempre di più dai valdostani e dai turisti» come spiega la direttrice del comitato scientifico del Gamba, Viviana Vallet.
L’obiettivo del Museo di arte moderna e contemporanea di Châtillon è «aprirsi agli artisti contemporanei della Valle d’Aosta perché qui si sentano a casa, anzi li sproniamo a presentarci i loro progetti». Oltre a vari focus di studio su alcuni artisti, a partire dalle opere della collezione ospitata al Gamba, sono due le mostre in programma nell’ambito di Détails.
La mostra
La mostra dedicata a Isgrò vuole raccontare la poeticità e la profondità del processo creativo delle sue opere. Nasce da una delle opere più significative custodite nel Museo: “Quel che è scritto” (1991). L’artista è intervenuto sulle 35 pagine della ristampa anastatica della prima edizione del romanzo di Manzoni cancellando quasi tutto il testo con inchiostro nero o tempera bianca, lasciando solo alcune parole chiave.
Quello che sembrerebbe oltraggio è in realtà un atto d’amore, spiegano i curatori dell’esposizione. Esemplificativa della poetica di Emilio Isgrò e delle sue celebri cancellature, l’opera dà una chiave d’accesso al romanzo manzoniano e apre una relazione con l’opera dell’artista conservata nel Museo. L’intervento di Isgrò ci fa precipitare nel cuore del testo e ci fa capire la grandezza della scrittura manzoniana.
«Cancellandola – spiega Isgrò – mi sono accorto di come la scrittura manzoniana sia quanto di più potente e sorgivo abbia offerto la nostra letteratura dopo Dante. Giacché in Manzoni anche la cultura si fa natura».
La cancellatura come atto d’amore. Come azione distruttiva che in realtà costruisce. È così che, quando il silenzio si fa necessario, nulla si può dire, o aggiungere di nuovo, rimangono solo le virgole, a segnare il passaggio del tempo e a confermarci che, in realtà, qualcosa di indescrivibile sta accadendo. Più spesso si salvano poche parole sufficienti a evocare l’intero capitolo, come la conversione dell’Innominato: “dio, Io, Dio”.
Talvolta l’intervento è più pittorico: è così che compaiono le due anime della Monaca di Monza, contemporaneamente bianca e nera.
La mostra rimarrà aperta fino al 16 giugno.
Il castello Gamba
Dopo un accurato restauro avviato dai primi anni Novanta, il castello ospita oggi la ricca collezione regionale di arte moderna e contemporanea: un patrimonio che conta oggi più di 1.200 opere fra pittura, scultura, grafica e fotografia, e che si è costituito a partire dal 1948. Il percorso di visita si snoda su tre piani presentando oltre 150 opere tra le più significative della collezione, lungo un arco temporale che va dall’Ottocento ai primi anni del nuovo millennio, incontrando le principali correnti del Novecento.
Tra le opere conservate spiccano alcuni lavori di J. M. William Turner, Ashton, Casorati, Guttuso, Manzù, Fontana, Pomodoro.
L’allestimento è stato condotto all’insegna di tre criteri generali: massima attenzione alla tutela e alla conservazione delle opere; valorizzazione dell’originale uso abitativo per offrire al visitatore un’accoglienza di charme; possibilità di approfondimento conoscitivo mediante la comunicazione, anche multimediale, e la didattica.
(e.d.)