Previdenza integrativa: 2018 in chiaroscuro per FonDemain
Rendimenti negativi per il fondo pensione complementare regionale, ma vengono raggiunti gli obiettivi definiti da una «visione lungimirante»
Un 2018 in chiaroscuro per FonDemain, caratterizzato da rendimenti negativi in tutti i comparti, ma che ha visto raggiungere i 12 milioni di euro di ritorno nelle casse regionali (a fronte di 3 milioni 880 mila euro di investimenti), i 7.200 aderenti e l’allargamento della platea di lavoratori raggiungibili.
Questo, in estrema sintesi, lo stato di salute del fondo pensione complementare, aperto ai lavoratori operanti in Valle d’Aosta, che dopo aver inserito tra i possibili aderenti professionisti e lavoratori autonomi, ora punta ai soci lavoratori delle cooperative, sperando che l’inversione di tendenza registrata in questo inizio di 2019 possa confermarsi.
I dati
A parlare di cifre è il Responsabile funzione finanza di FonDemain, Nicola Barbiero, entrato nel team valdostano dopo i cambi al vertice del 2018. Barbiero, che ricopriva lo stesso ruolo nel Fondo territoriale del Veneto, farà da collegamento proprio con la realtà veneta, con la quale FonDemain ha avviato un accordo strategico, in ottica di ottimizzazione dei costi e incremento di qualità e rendimenti.
Rendimenti con segno negativo
L’analisi presentata da Barbiero parla di risultati finanziari che «chiudono con segno negativo un 2018 iniziato con buoni risultati e poca volatilità» sottolinea il responsabile funzione finanza.
In particolare, il comparto garantito (-1.95%) ha risentito «dell’aumento dello spread arrivato dopo le elezioni politiche» continua Barbiero, mentre i comparti prudente (-2.57%) e dinamico (-3.11%) hanno pagato «le tensioni geopolitiche, soprattutto tra Usa e Cina».
Se si confrontano i dati con i risultati ottenuti da chi il Tfr lo ha lasciato in azienda (+1.86%), il paragone appare impietoso. Il responsabile funzione finanza, però, sottolinea un aspetto. Il fondo pensione, infatti, «si basa su una prospettiva di lungo periodo – dice – e in tal senso risaltano i rendimenti a 5 e 10 anni, che assicurano risultati migliori. Aspetti forti per FonDemain sono la bassa volatilità, la stabilità e l’orizzonte di lungo periodo, uniti a costi certi e competitivi con altre forme di risparmio».
Entrando nei dettagli, Barbiero evidenzia la ripresa che sta avvenendo in questo scorcio di 2019 (garantito +0.57%, prudente +2.87%, dinamico +4.51%, Tfr in azienda +0.33%), i rendimenti netti medi annui composti (ultimi 5 anni: +1.20%, +2.05%, +3.25%, +1.63%; ultimi 10 anni: +2.18%, +3.89%, N.A., +2.11%) e i rendimenti netti cumulati (ultimi 10 anni: +24.10%, +46.53%, N.A., +23.54%).
Testolin: «Visione lungimirante»
Alla luce di un 2018 difficile, è comunque ottimista l’assessore regionale alle Finanze, Renzo Testolin, che sottolinea «la visione lungimirante della Regione» che dal 1997 ha investito «sulla previdenza complementare e i fondi territoriali a sostegno».
Questo ha portato allo stanziamento totale di 3 milioni 880 mila euro, che hanno permesso di «lanciare un percorso virtuoso» concretizzatosi in «benefici che tornano all’amministrazione regionali».
Questi, secondo Testolin, si traducono nel mantenimento sul territorio di «140 milioni di euro di risorse finanziarie appartenenti a 7.200 valdostani (aderenti al fondo ndr.)» spiega ancora l’assessore. Tutto questo ha portato al rientro di «12 milioni di imposte» di cui possono «beneficiare i valdostani».
L’altro obiettivo vicino, secondo l’assessore, è quello di riuscire «a investire fondi sul territorio regionale», arrivando anche a implementare i servizi di FonDemain con «il possibile sviluppo della sanità integrativa».
Francesconi: «Puntiamo a cooperative»
Fa eco all’assessore il fresco presidente di FonDemain, Roberto Francesconi, che ricorda un «2018 di cambiamenti», caratterizzato dall’allargamento «della platea dei potenziali aderenti».
Non ci sono più solo lavoratori dipendenti, ma anche anche «lavoratori autonomi e professionisti, per i quali abbiamo ottenuto le prime adesioni», anche se i vantaggi per questi «saranno inferiori a quelli dei lavoratori dipendenti», visto il venir meno «della contribuzione del datore di lavoro».
Nonostante un «2018 un pochino duro» e un «2019 le cui tendenze sono decisamente positive», Francesconi ricorda la possibilità data agli aderenti di «usufruire della RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata ndr.)» e anticipa un desiderio: «per fine anno speriamo di poter ampliare la platea degli aderenti con i soci lavoratori delle cooperative».
Direttore Luca Merighi
Dopo un anno caratterizzato dal rinnovo delle cariche statutarie e dall’avvio del piano strategico con il Fondo territoriale Veneto, che hanno consentito «il consolidamento della struttura in un’ottica di sviluppo ed efficientamento», il direttore generale Luca Merighi guarda al futuro.
«Il 2019 vedrà l’entrata in vigore della Direttiva IORP II – sottolinea Merighi -. Questo comporterà l’obbligo di istituzione per i fondi pensione negoziali delle funzioni di gestione del rischio e di revisione interna. Stiamo già analizzando l’adeguamento organico dell’assetto organizzativo del Fondo».
Distilli: «Centrati obiettivi principali»
Esprime soddisfazione Stefano Distilli, presidente della Servizi previdenziali VdA, inhouse regionale deputata al coordinamento e alla gestione degli interventi in materia di previdenza complementare.
«Dopo oltre vent’anni abbiamo centrato alcuni degli obiettivi del disegno strategico – spiega -, completando il percorso per far aderire tutti i lavoratori e mettendo in piedi il circolo virtuoso avviato nel 1997».
Come già anticipato da Testolin, Distilli sottolinea «la creazione di servizi in loco», i 12 milioni di «rientro fiscale» e il «mantenimento di ingenti risorse finanziarie (140 milioni) sul territorio».
Il tutto, senza dimenticare le «misure di sostegno a lavoratori in difficoltà», concretizzati nel «pagamento dei contributi volontari all’INPS (circa 100 mila euro) per consentire ad alcune decine di lavoratori di raggiungere la pensione».
L’idea è quella di crescere: «Puntiamo a riversare una quota delle risorse sul territorio valdostano – conclude Distilli -. Poi, in un’ottica di welfare integrato, puntiamo ad affiancare al fondo pensione anche la sanità integrativa».
(alessandro bianchet)