Processo Casinò: chiesti 5 anni e 4 mesi per Luca Frigerio
La Procura di Aosta ha chiesto la condanna dell'ex amministratore unico, accusato di truffa e falso in bilancio nell'ambito nel processo con rito abbreviato per i 140 milioni erogati dalla Regione e favore della casa da gioco
Cinque anni e 4 mesi di reclusione. È la condanna richiesta dal sostituto procuratore Eugenia Menichetti nei confronti dell’ex amministratore unico del Casinò di Saint-Vincent, Luca Frigerio (avvocati Maria Chiara Marchetti e Cesare Cicarella).
Il processo
Il processo riguarda i 140 milioni di finanziamenti erogati a favore della Casa da gioco e le accuse mosse dalla Procura di Aosta (pm Eugenia Menichetti) sono truffa e falso in bilancio.
Inserite le tre lettere di garanzia
Questa mattina, mercoledì 27 marzo, su richiesta del sostituto procuratore, sono state inserite all’interno del fascicolo processuale (rito abbreviato condizionato) le tre lettere di garanzia che, nel 2014, l’allora presidente della Regione Augusto Rollandin avrebbe inviato a tre istituti bancari; in virtù delle tre missive, Rollandin risulta indagato per abuso d’ufficio continuato.
L’udienza
Durante l’udienza, sono stati sentiti alcuni tecnici.
In particolare, ha preso la parola il consulente di parte (difesa) Corrado Ferriani.
Sentenza in serata
Al termine della sua arringa, l’avvocato Maria Chiara Marchetti ha riassunto ai cronisti il suo intervento: «La voce delle imposte anticipate era evidente, chiara e sotto gli occhi di tutti. Inoltre, i finanziamenti concessi alla Casinò sono stati completamente scollegati rispetto alle impostazioni dei bilanci. Sono stati frutto di una chiara volontà della Regione Valle d’Aosta di aiutare il Casinò; volontà che si è attuata prima dei bilanci contestati (dalla Procura ndr) ma anche dopo. Quando le amministrazioni successive hanno espunto la voce “imposte anticipate, la Regione ha ancora deliberato un finanziamento da 20 milioni di euro». In sintesi, quindi, i difensori hanno sottolineato «l’esclusione del reato del falso in bilancio porta anche a escludere automaticamente il reato di truffa». Riguardo alla truffa poi, per l’avvocato Marchetti «manca assolutamente il soggetto passivo»; la Regione, infatti, «ben consapevole della situazione della Casa da gioco ha sempre deliberato con autonomia e cognizione di causa di erogare finanziamenti». Gli avvocati Marchetti e Cicarella hanno chiesto l’assoluzione con formula piena.
Nel pomeriggio, si è tenuta la discussione e – dopo la riunione dei giudici Marco Tornatore, Eugenio Gramola e Maurizio D’Ambrusco in camera di consiglio – in serata sarà pronunciata la sentenza.
(federico donato)