Consiglio Aosta: respinta la mozione che chiedeva le dimissioni del sindaco
A invocare il passo indietro del cittadino era stato il gruppo Lega Aosta nel cuore, dopo le dichiarazioni rilasciate in seguito all'operazione Geenna.
Consiglio Aosta: respinta una mozione che chiedeva le dimissioni del sindaco.
A presentarla è stato il gruppo Lega Aosta nel cuore, a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino in seguito all’operazione Geenna.
Il Consiglio non è il luogo idoneo
«Questa discussione non può essere affrontata nell’aula del consiglio» – è la replica di Centoz.
Riferire esaurientemente in aula sulle “pressioni” subite ed adottare le misure conseguenti alle sue gravi affermazioni, le dimissioni o il disconoscimento della maggioranza: questo il contenuto della mozione, presentata nel pomeriggio di mercoledì 20 febbraio, nell’aula del Consiglio comunale, dal gruppo Lega Aosta nel cuore.
L’iniziativa
A presentare l’iniziativa, respinta con 17 voti contrari, è stato il Consigliere del carroccio Etienne Andrione.
«Il sindaco ha giudicato questa iniziativa insulsa, ma mi chiedo se sia insulso chiedere di rispondere a domande circa la natura della sua maggioranza».
Nei giorni successivi agli arresti nell’ambito dell’operazione Geenna il primo cittadino aveva rilasciato diverse dichiarazioni agli organi di stampa.
Dichiarazioni che il consigliere del carroccio ha letto nell’aula del consiglio.
Il j’accuse di Andrione
«In ogni intervista inerente il suo contatto con uno degli arrestati il sindaco ha dato versioni diverse. In una di quelle lei riferisce di aver subito delle pressioni illecite da parte della sua stessa maggioranza: sarebbe opportuno capire da chi sono venute le pressioni e perché lei si sia rivolto all’Anac e perché lei non le abbia denunciato alle autorità competenti.
Lei si autodipinge come un eroe che ha resistito a qualunque pressione illecita e si auto dichiara garante della legalità. Alla luce delle pressioni subite non restano che due strade: o lei da le dimissioni oppure accetta di far parte di una maggioranza compromessa.
Lei ha il dovere di spiegarci».
La replica del sindaco
Secca la replica di Centoz.
«Sono in disaccordo con la ricostruzione fatta dal collega Andrione.
Questa vicenda che ha interessato tutta la politica valdostana è importante e merita la massima attenzione, ma il nostro compito ora è di rispettare il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine perché ci sono delle indagini ancora in corso. Quindi credo che quest’aula non sia autorizzata ora ad affrontare questo dibattito. Il dibattito verrebbe inquinato dalle nostre divergenze politiche».
Il dibattito
Nel corso del dibattito in aula è intervenuto anche il consigliere del Movimento Cinque Stelle Luca Lotto.
«L’informazione “conoscitiva” la deve dare alla magistratura, ma quella politica la deve dare a questo consiglio, soprattutto se ha avuto sentore che una parte della maggioranza fosse coinvolta in operazioni illecite. Lei sa che le elezioni del 2015 sono state inquinate e che senza l’appoggio esterno di organizzazioni malavitose lei non sarebbe stato eletto. Oltretutto lei dice di aver rifiutato mentre il magistrato nell’ordinanza scrive che lei ha preso tempo. C’è un aspetto politico importante: lei ha il dovere di chiarire in aula le sue affermazioni. C’è un puzzle che si sta componendo fra tutti i filoni di inchiesta. Il quadro politico che ne esce non può non obbligarla a fare chiarezza rispetto a quanto lei ha percepito altrimenti una zona d’ombra la può investire».
Di clima di sospetto ha parlato invece il consigliere del gruppo misto di maggioranza Vincenzo Caminiti. «Ormai c’è un clima di sospetto su qualunque situazione. Secondo me è arrivato il momento di chiudere questa legislatura. Non è più questione di capacità o meno. L’atto di coraggio non è rimanere, l’atto di coraggio è andare a casa».
Nella foto in alto, il sindaco di Aosta Fulvio Centoz.
(simona campo)