Agroalimentare: contadina riscopre i fagioli e le fave di Nus
I fagioli e le fave di Nus sono stati riscoperti dalla contadina Clelia Collé, ospite dello storico programma "La Prova del Cuoco"
I fagioli e le fave di Nus sono stati riscoperti dalla contadina Clelia Collé, ospite dello storico programma “La Prova del Cuoco“. «Per il mio lavoro e la mia terra provo un amore senza confini».
La contadina di Nus
Nata in mezzo alla natura respirando l’odore dei campi, Clelia Collé si è dedicata durante tutta la sua vita all’allevamento e all’agricoltura.
Racconta Clelia. «Mi sono sempre occupata di coltivazioni e animali; sin da quando davo semplicemente una mano alla mia famiglia e fino ad arrivare al momento in cui ho preso le redini dell’azienda».
«In più, ho cercato di associare in maniera fruttuosa il mio lavoro alla mia passione per la cucina e, più in generale, per le tecniche di trasformazione alimentare; il cibo è vita ma va anche esaltato e trattato con la maggior cura possibile, servendosene con sapienza e rispetto costanti».
Nella sua azienda agricola La Gouerze di Nus, Clelia non soltanto alleva capre e produce formaggi ma coltiva anche ortaggi ed erbe che poi raccoglie e destina alla vendita oppure utilizza per cucinare.
Piccola realtà
Osserva Clelia. «Quella della nostra regione è una realtà piccola, perciò non deve stupire che anche le aziende agricole valdostane abbiano dimensioni più o meno contenute. Dunque, se si vuole rimanere a galla in questo contesto così competitivo, è necessario reinventarsi. Ma non basta. Servono rispetto e cura, passione e dedizione, perché mestieri antichi come l’agricoltura e l’allevamento finirebbero col perdere tutto il loro senso e tutti i loro pregi se non ci si preoccupasse di mantenere vivo l’ambiente e il territorio in cui vengono praticati».
La riscoperta dei semi
Ma la passione di Clelia per la terra che coltiva e la regione in cui vive è stata così forte da spingerla a fare un passo oltre per diventare custode di semi.
«Negli orti che un tempo sono stati dei miei antenati, mi occupo ogni giorno di ricercare varianti autoctone rare e antiche di piante, oltre che di tentare di reinnestare tutta una serie di semi conservati dalla mia famiglia. Finora, ho riscoperto legumi come il fagiolo di Nus e le fave antiche, diversi ortaggi tra cui decine di tipologie diverse di pomodoro ed erbe officinali varie».
La prova del cuoco
Al termine dei cinque giorni di competizione, affiancata ogni giorno da un cuoco professionista, è uscita vincitrice vestendo il grembiule della squadra del “Pomodoro Rosso” contro la sua rivale siciliana della squadra del “Peperone Verde”.
«Quando mi sono iscritta al programma non l’ho fatto esclusivamente per curiosità ma con due semplici obiettivi. Il primo era quello di divertirmi e incontrare gente nuova: chiunque abbia seguito la gara avrà potuto notare che le persone dello studio mi hanno accolta a braccia aperte e fatta sentire a mio agio durante tutta la competizione. Anche il mio secondo scopo è stato pienamente realizzato: l’intento era quello di mostrare che, anche in un mondo dominato dalla globalizzazione e in un’Italia vasta e diversa, la Valle D’Aosta, per quanto piccola, non può essere dimenticata ed ignorata, perché esiste e ha una voce potente che grida le sue millenarie tradizioni e i suoi antichi valori. Così, attraverso qualche battuta e qualche risata, ho cercato di far conoscere il nostro territorio così spesso marginalizzato e scordato dai più, la nostra realtà complessa e varia, i nostri prodotti e le nostre eccellenze».
Conclude Clelia. «Quello che provo per la mia terra e il mio lavoro è un amore senza confini. Il lavoro dell’agricoltore è spesso marginalizzato o stereotipato, senza che nessuno si renda conto che potranno esserci vita e benessere soltanto fino a quando ci saremo noi contadini».
(gio.ga.)